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A Monza Biancaneve non si risvegliòLeo Turrini - 2 settembre 2018

Sono affranto.
Non provo manco a nasconderlo.
Coraggio che il 2028 nemmeno è troppo lontano.
Le mie accorate sciocchezze stanno qua
E pazienza se non saprò farmi capire.
Era una favola senza lieto fine. Come se Biancaneve non si fosse mai risvegliata, come se il principe non fosse mai arrivato da Cenerentola con la scarpetta.
Purtroppo, Monza 2018 somiglia alle cronache di un amore impossibile, una di quelle passioni che sai conosceranno un epilogo non alla altezza delle tue speranze innocenti.
Si, questa Monza era una favola con il veleno nella coda. Senza lieto fine, appunto. E io posso capire i fischi di frustrazione all’indirizzo di Lewis Hamilton, che al talento enorme sfrutta la cinica strategia Mercedes a proposito di Bottas, sistematicamente utilizzato come una barriera anti Ferrari. Si può trovare detestabile eticamente e sportivamente ripugnante il modo in cui Toto Wolff ‘impiega’ il suo finlandese: è brutto sentire ordini via radio del tipo “resta in pista e occupati di rallentare la macchina Rossa”. Beninteso, io condivido l’esasperazione di popolo per queste sgradevoli cose.
Ma andiamo oltre, tra l’altro già era noto lo stile (eufemismo) della Mercedes. Andiamo oltre e mi tocca dire che Vettel ha commesso un altro autogol, dopo lo svarione nella pioggia di Hockenheim.
Mi spiego (e mi dispiace, forse è nota la mia ammirazione per il tedesco): nelle concitate fasi post partenza Seb doveva tenere la testa fredda. Subire il sorpasso di Hamilton non era un disastro, con tutta la gara davanti c’era spazio e tempo per rimontare, come del resto Raikkonen ha poi dimostrato contrattaccando il Re Nero con successo.
Sono cose che possono capitare. Sarebbe meglio non accadessero, ci mancherebbe. A Vettel serviva una lucidità che non c’è stata. Doveva risvegliare lui Biancaneve, doveva riportare lui la scarpetta a Cenerentola. Non ci è riuscito. Amen.
A scanso di equivoci, non penso che la Ferrari dovesse impartire ordini di scuderia: al via certe cose non sono governabili in astratto. Raikkonen ha offerto una prestazione fantastica, Bottas e le gomme gli hanno sottratto un trionfo che sarebbe stato il suggello di una carriera memorabile.
Fa male? Fa malissimo. L’amore impossibile ti svuota. Ma la vita continua. Il mondiale, anche.
Non è finita fin quando non è finita. Anche se Hamilton sta a più trenta e Biancaneve non si è risvegliata.