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50 anni senza Pasolini e SaarinenLeo Turrini - 19 maggio 2023

Un pensiero ai tantissimi amici che ho in Romagna.
Ci ritroveremo.
Annullare il Gp di Imola era una dolorosa necessità.
Lo ritroveremo.
Il 20 maggio fanno 50 anni senza Saarinen e Pasolini.
Quel giorno fini’ la mia innocenza di bambino.
Stavo allo stadio a vedere una partita del Sassuolo, allora in serie D.
Una radiolina portatile annunciò la tragedia di Monza. La primissima informazione dava per morto anche Walter Villa, mio conterraneo, grande centauro, diventato poi un caro amico.
Certo Saarinen e Pasolini non erano i primi eroi della velocità a perdere la vita in pista. Nemmeno sarebbero stati gli ultimi.
Eppure, per me quella catastrofe di Monza segnò uno spartiacque. Fu il passaggio dalla spensieratezza alla malinconica consapevolezza.
Pasolini portava gli occhiali, saliva in sella a una moto della sua terra, la Benelli. Era l’anti eroe rispetto a Giacomo Agostini, la leggenda assoluta.
Io tifavo per il Paso perché stare con chi vince (quasi) sempre, dal calcio alla F1 eccetera, e’ una comodità alla quale ho scelto di rinunciare sin da moccioso.
E poi c’era Jarno.
Saarinen!
Credo che, decenni prima di KR7, sia stato lui a trasmettermi la passione per i finlandesi.
Quando il 19 marzo, festa di San Giuseppe, le moto gareggiavano sul vecchio circuito di Modena, i ragazzi più grandi del quartiere si fiondavano nel capoluogo e si aggrappavano alle recinzioni pur di vederlo, Jarno.
A sera tornavano e mi raccontavano le mirabolanti “pieghe” del finnico. Io spalancavo gli occhioni e mi dicevo: appena potrò, appena avrò un motorino per me, andrò anche io a vederli dal vivo, Jarno, Paso e Ago.
Poi arrivò quella notizia dalla radio. E la mia innocenza volo’ via con Jarno e Renzo.
Ps. Le domande per il Dom restano buone, anche se il disastro meteo ha imposto di rinviare la conferenza universitaria.