Dici artista di strada e pensi all’estro, all’improvvisazione: due tele, un cavalletto e una buona mano. Pochi tratti sicuri per disegnare un ritratto, per riprodurre il panorama dei Fori Imperiali o la sagoma inconfondibile del Vesuvio che si staglia contro il cielo di Napoli. Pennelli, tavolozze e talento da oggi non basteranno più per vendere la propria arte sul lastricato nobile di Piazza Navona.
La commissione Commercio del Comune di Roma, voluta dal sindaco Marino, ha pensato di allestire una sorta di ‘’X factor’’ per artisti di strada. Gli aspiranti ritrattisti, pittori o caricaturisti, saranno sottoposti a una prova pratica di disegno. Si esibiranno dal vivo, come da sempre sono abituati a fare, ma a giudicare la loro idoneità ci sarà una commissione tecnica di esperti, una vera e propria giuria, che dovrà scegliere i 25 talenti degni di dipingere nella cornice suggestiva di Piazza Navona.
Nell’Italia che lotta contro la burocrazia, che vuole uscire dal pantano delle carte bollate, dalla collosa trappola delle troppe norme inutili e degli sprechi di denaro pubblico, ecco la geniale pensata delle commissione tecnica di esperti d’arte per dar vita all’ «X factor» dei pittori di strada.
Un progetto che ha pure la pretesa di coinvolgere, come presidente della giuria, un critico d’arte illustre come Achille Bonito Oliva, romano d’adozione e teorico della Transavanguardia, il movimento nato negli anni Ottanta che invoca il ritorno alla manualità, alla gioia ed ai colori della pittura dopo tanti anni dominati dall’arte concettuale.
Considerata l’agenda degli impegni di Bonito Oliva, c’è da credere che questa commissione giudicante farà davvero fatica a riunirsi. E quando lo farà, è facile pensare che a carico dei contribuenti finiranno costi piuttosto rilevanti, considerato lo spessore degli esperti che saranno mobilitati. Neppure i sei «piccoli indiani» sopravvissuti alla battaglia legale del 2004, che fino ad oggi hanno continuato a dipingere nel cuore di Piazza Navona, hanno il posto garantito. La selezione sarà spietata, nel nome della qualità artistica.
E se poi si scoprisse, come spesso accade, che il giudizio della critica non è lo stesso del pubblico. E che quel pittore così bravo non è capace di dipingere un ritratto davvero somigliante, chi ripagherà il turista deluso dalla scelta dei «signori dell’arte»?