A Belluno le rondini possono tornare a casa tranquille. Nella città di Dino Buzzati i nidi sono un diritto e se qualcuno la pensa diversamente farà i conti con la propria coscienza, e non solo. Multe dai 25 ai 500 euro aspettano chi danneggia, distrugge o rimuove un nido di rondine, più obbligo di sostituzione con una “struttura artificiale”, ma doverosamente simile e perfetta quanto l’originale. Così prevede un’ordinanza del Comune. Buzzati, scrittore innamorato della natura e delle cose giuste, sarebbe d’accordo. E forse ne farebbe un racconto. A Belluno hanno fatto un censimento: i nidi di rondine sono oggi una quarantina, principalmente sotto i portici di via Roma e via Matteotti, tra piazza delle Erbe e via Mezzaterra, vale a dire in pieno centro. “Belluno città delle rondini” è un progetto che ha preso il volo e ha ancora molti cieli da riempire. Tutti quelli che Buzzati ammirava al culmine di ogni scalata sulle Dolomiti o fissando il panorama delle pagine appena uscite dal rullo della sua macchina da scrivere. “I corvi nidificano e le rondini se ne vanno”, scriveva nel “Deserto dei Tartari” nel 1940. Oggi, nella sua Belluno, le rondini tornano come ospiti d’onore. La legge è dalla loro parte, perché la legge, in rari casi, può essere anche poesia. E a quel punto sarà poesia vera. Ai piedi di Belluno la casa di Buzzati è ancora là, in via Visome 18. Qui nacque lo scrittore, qui passò molte estati da adulto, e progettò arrampicate e libri. Se vi capiterà di avvicinarvi a una certa portafinestra a piano terra, fisserete oltre i vetri la penombra del corridoio in cui Buzzati incontrava i sogni che trasformava in parole. E se vi volterete, sarete sorpresi dal trovarvi al cospetto del maestoso albero che da sempre sorveglia, come un gigantesco guardiano, la casa dello scrittore. E guardando bene tra i rami forse scorgerete anche il nido di una rondine felice. Quasi come in un racconto di Buzzati.

Gianluigi Schiavon