Marco Olmo

Reggio Emilia, 18 dicembre 2016 – Nessuna presunzione da nutrizionista o psicoterapeuta. Dalla sua, solo un diploma di quinta elementare e vita vissuta, esperienza; dopo un’esistenza trascorsa a fare il ruspista in una cava e aver macinato polvere sotto i piedi, tanto da coprire più volte il giro dell’equatore terrestre. Abbastanza per dire che a settant’anni si può cancellare dal vocabolario la parola ‘vecchio’.

Marco Olmo, 68 anni, guru mondiale dell’ultrarunning (campione del mondo nel 2006 sul Monte Bianco, esperto della super maratona nel deserto del Sahara), racconta così, in maniera limpida, semplice e schietta, la sua ricetta per rallentare le lancette dell’orologio (“fermarle non si può”). Lo fa nel libro ‘Il miglior tempo – Esercizio, alimentazione e stile di vita per essere sani e attivi a tutte le età’ (edito da Mondadori, 175 pagine, 16 euro) sugli scaffali da poche settimane, scritto con Andrea Ligabue, giornalista de Il Resto del Carlino; già autore de Il pallone lo porto io, autobiografia di Luciano Moggi.

Quelli che “raggiungono la terza età spesso si accontentano di fare il nonni; guardano i nipoti ai giardinetti. O, peggio ancora, trascorrono il tempo davanti alla tv. Non si attentano a uscire per paure varie o per qualche acciacco e si arrendono alla poltrona del salotto. In poche parole: si spengono”, dice l’extraterrestre, come qualcuno lo ha soprannominato. Ma non è così.

“La vita può essere vissuta in modo attivo a qualsiasi età: basta la salute, la volontà e un obiettivo. Qualunque. Non è obbligatorio correre per duecento chilometri. Si possono fare belle camminate, andare in piscina, in bicicletta. Se l’attività è fatta con gradualità il corpo risponde sempre: ‘Ci sono!’. Semmai ci mette un po’, ma risponde sempre”, assicura Olmo. “Oppure ci si può iscrivere all’università, diventare un campione di cruciverba, entrare a far parte di un’associazione di volontariato e tanto altro ancora: ognuno di noi deve trovare la propria strada, basta che sia una strada che lo porti a vivere tutti i giorni della propria esistenza. Perché il miglior tempo è quello che deve ancora venire”.

Pagine sincere, adatte anche a chi non ha mai messo un paio di scarpe da ginnastica. Non un manuale per addetti ai lavori o fissati del fitness. Ma un’idea. “Un vecchietto che fa sport agonistico indica un’alternativa. Una possibilità ulteriore. Quella di inventarsi una vita attiva anche quando la vita ci vuole mettere in pensione”, sorride lui. Al motto di “si diventa vecchi solo quando ci si ferma”.

Sia chiaro. “La mia storia non è quella di uno che vuol fare il giovane. La mia storia è sacrificio, correre ogni giorno, mangiare in modo sobrio, sano ed equilibrato, a letto presto la sera e ascoltare i limiti del proprio corpo”, ammette Olmo, che quando ha incominciato a correre – a 27 anni – in molti consideravano il matto del paese (“e qualcuno lo pensa ancora”). Il mio doping? Parmigiano Reggiano e Coca Cola, ironizza. Ma fa sul serio.

Invita a guardare le foto d’epoca, anni Quaranta, Cinquanta. “I sessantenni sembrano vecchissimi, curvi, spenti, rassegnati. Voi non siete così. Guardatevi allo specchio: chissenefrega delle rughe. Ora abbiamo cure mediche migliori, la possibilità di mantenere il fisico in forma, stimolare di continuo la mente (pensate solo all’aiuto che può dare internet)), frequentare corsi di ogni genere, dedicarsi a hobby e interessi”. Perché “facendo ginnastica al cervello ne trarrà vantaggio tutto l’organismo”, sostiene pure l’americano Rush Institute for Healty Aging.

“L’esercizio fisico migliora la circolazione, aumenta la forza, la resistenza muscolare e la coordinazione motoria. Rinforza le ossa, quindi combatte l’osteoporosi,, patologia che interessa soprattutto le donne, e dà filo da torcere al maledetto diabete. E ancora: diminuisce la pressione arteriosa, riduce i rischi di infarto, ictus e arteriosclerosi. Combatte la depressione, favorisce il dimagrimento e, di conseguenza, migliora l’autostima”. Dimenticato qualcosa? “Ah sì, attiva la digestione e aiuta l’intestino”.

Controindicazioni? “Se il tutto viene fatto con equilibrio, se si tiene aggiornato il proprio medico… nessuna. Quindi, “alzatevi dalla poltrona, sottoponetevi a una visita medica (per le sorprese che potrebbe riservare il cuore), poi indossate le scarpette da ginnastica e la tuta e via a camminare nei parchi o in campagna”.

Secondo alcuni studi, dice, “tre ore e mezzo di sano movimento a settimana possono far guadagnare dieci anni di vita”.  E i benefici arrivano subito: al cuore, ai polmoni, al sangue, ai muscoli, alle ossa. L’importante è non eccedere. “Tre volte a settimana, con uscite di quaranta minuti, sono già un’ottima medicina per mantenersi in forma”.

Si può camminare o correre lentamente, cominciando anche solo con dieci minuti al giorno. Ma l’importante è la costanza. E il trucco? Andare accompagnati (“passa di più e la stanchezza si sente di meno”), partecipare ai gruppi di cammino.

E poi: ginnastica in acqua (“può essere praticata anche da chi è in sovrappeso”), pilates (“favorisce le articolazioni”). Ma anche giardinaggio, piccoli lavori manuali, accatastare la legna, dare qualche colpo di zappa all’orto, spostarsi a piedi o in bici in città; la palestra (“un buon posto per gli over 50 per socializzare”).

Infine: le scale. Farle tutte: al supermercato, all’ospedale, in aeroporto. “Alla decima volta sparirà il fiatone ed è un toccasana per il lato B”. Meglio,”far due scalini alla volta: una novantina di gradini al giorno è musica per la salute”.

Muoversi, certo. Ma anche con un po’ di pepe. Ecco perché uno dei capitoli si intitola ‘Il sesso fa sempre bene’. A ogni età e al di là di ogni pregiudizio.

Marco Olmo nel Sahara

PALMARES

“Io, Marco Olmo, oggi, alla soglia dei 70 anni, corro ancora. E più strada faccio più mi viene voglia di farne”.

Eccolo il palmares dell’extraterreste nato ad Alba l’8 ottobre 1948, che da sempre vive a Robilante, nel Cuneese (dove c’è anche una gara intitolata a suo nome).

Campione del Mondo a 58 anni con l’Ultra Trail del Monte Bianco, la gara di resistenza più dura al mondo (163 chilometri, 21 ore e mezzo di corsa ininterrotta attorno al massiccio più alto d’Europa). Non solo: a 68 anni, lo scorso giugno, arriva ventinovesimo alla Marathon des Sables (240 chilometri interamente nel Sahara marocchino). Quasi dell’incredibile per uno che a correre ha iniziato a 27 anni, “tra gli sberleffi dei compaesani”. Ma ha tenuto duro,  “per sentirsi libero e per passione”. Nient’altro.

Olmo ha vestito la maglia azzurra per due volte: nel 2002 per partecipare alla 24 ore di corsa a Gravigny in Francia classificandosi 23° (oltre 199 chilometri); poi nel 2009 al Campionato del Mondo Iau individuale di Ultra Trail a Serre Chevalier sulle Alpi francesi (14° posto generale e 1° nella categoria veterani).

Nel 2016 ha vinto l’Ultra Bolivia Race: sei tappe e quasi 170 chilometri nel deserto boliviano, 4000 metri sul livello del mare.

 

DIETA

Vegetariano dall’età di 37 anni, una filosofia di vita per lui (“non so se abbia aiutato la carriera, di sicuro ho guadagnato in salute”). E una dieta, la sua, “che farebbe accapponare la pelle a molti nutrizionisti”: molti carboidrati, sempre patate (ogni giorno), pasta e frutta (solo di stagione); poi frutta secca in quantità moderata (“combatte le infiammazioni al fegato e ha proprietà lassative”), funghi e castagne.

Cinque pasti quotidiani. A colazione quattro-cinque bocconi di pane (grandi la punta di un dito), un paio di biscotti e un po’ di tè. Poi corsa e dopo la doccia stesso menu, in dosi maggiori.

A pranzo pasta con patate lesse o gnocchi con verdure dell’orto. In estate insalata di pomodori. Niente vino, birra o superalcolici. L’unica debolezza è il dolce: sgarra con il budino.

A merenda apoteosi del pane (fatto in casa). Alla sera riso rosso, patate o una tortilla (frittata di patate molto alta con cipolle e uova sbattute). Due o tre volte a settimana muscolo di grano (carne vegetale). Il tutto, condito da sale, olio extravergine d’oliva e “acqua della fonte vicino casa”.

Durante le ultramaratone ricorre a gel e barrette energetiche. Nello zaino, poi, non mancano mai Parmigiano Reggiano (“per reintegrare i Sali”) e Coca Cola sgasata (“l’acidità aiuta in caso di problemi di stomaco”). Infine, omogeneizzati. Nessun integratore.