Ecco la mia la classifica dei migliori film 2012. Una menzione speciale va al campione d’incassi ‘Intouchables’ (Quasi Amici, prodotto però nel 2011), a ‘A simple Life di Ann Hui (anche lui 2011), a Moonrise Kingdon di Wes Anderson e Amour di Haneke. Lincoln di Spielberg devo ancora vederlo.

10 – IL CAVALIERE OSCURO, IL RITORNO (Christopher Nolan) – Il film non è particolarmente piaciuto a chi scrive (RECENSIONE QUI). La pellicola dell’enfant prodige angloamericano però ha messo la parole fine e impacchettato per gli hipster di tutto il mondo, in maniera unica (purtroppo non coerente, secondo me), una trilogia che ha fatto storia. Nolan ha ridato interesse al giustiziere di Bob Kane (I film di Burton, meravigliosi, erano comunque troppo personali, soprattutto il secondo) e ha consacrato il blockbuster d’autore come nuovo genere cinematografico. Ci era già riuscito Raimi col secondo splendido Spiderman, ma va bene uguale.

9 – COSMOPOLIS (David Cronenberg) – Un film complesso. Una pellicola che riprende molti dialoghi del libro di DeLillo (non tra i suoi migliori), esasperandone la cripticità. Un Cronenberg lontano sia dal body horror, sia dal racconto per simboli di Spider, History e Eastern Promises. Tra i difetti, come detto, l’estenuante verbosità, tra i pregi alcune metafore davvero potenti sul binomio moneta/vita e sul sarcofago Limousine. Immenso come al solito Paul Giamatti, che in 10 minuti ruba la scena a tutti. L’unità monetaria è il topo. (RECENSIONE QUI)

8 – JOAQUIN PHOENIX (The Master, Paul Thomas Anderson) – Un attore, un film. Incredibile, mostruosa la performance del vecchio Commodo, completamente immerso nella gabbia dello psicotico Freddie Quell. Il film, per chi scrive, è la grande occasione mancata del talentuoso Anderson, ancora troppo innamorato di istantanee da culto e movimenti di macchina alla Brian De Palma, meno delle storie. Un film interessante, assolutamente non il capolavoro del regista (Boogie Nights dieci volte superiore)

7- MONEYBALL (Bennett Miller) – Il film sorpresa. Inesportabile oltre i confini yankee? Di baseball ce n’è tanto è vero, ma la notizia è che c’è anche il cuore. Belli i flashback sull’adolescenza del protagonista, toccante la stilizzazione del rapporto con la figlia. Un film sullo sport ai tempi della crisi. Gioiellino che verrà rivalutato tra qualche tempo.

6 – END OF WATCH (David Ayer) – Probabilmente il miglior film dello sceneggiatore-autore David Ayer, quello che firmò il ‘Training day’ di Fuqua. Belle le atmosfere di downtown Los Angeles, ruvide alcune scene, credibili le dinamiche tra poliziotti e criminalità organizzata. Ci sono il bene e il male chiaramente divisi, ma il racconto regge e il tempo vola. Finale amaro, film sottovalutato.

5 – REALITY (Matteo Garrone) – “Bello, forse un po’ assurdo”: così commentava una ragazza seduta alle mie spalle, al cinema. Il bello è che di assurdo del film non c’è proprio nulla. Pellicola coraggiosa che racconta vizi, stravizi, illusioni e povertà dell’Italia degli anni Zero. Col Grande Fratello come simbolo della vacuità delle nuove aspirazioni dell’italiano medio. Il microcosmo napoletano è strepitoso nella prima mezzora. Sorprendenti i tocchi visionari del regista. Da urlo la sequenza finale. Per me il miglior film italiano dell’anno.

4 – AVENGERS (Joss Whedon) – Megablockbuster che diverte oltre ogni più rosea previsione. Perfettamente bilanciati tutti i personaggi: miracolo. Splendido Hulk-Ruffalo (terzo tentativo: sarà la volta buona?), Cap America più interessante rispetto al film, Robert Downey Jr. ai livelli del primo IronMan dopo la delusione del sequel. A Thor la battuta migliore sul villain Loki: “Non è mio fratello, è adottato”. Joss Whedon ha in mano il matchpoint del sequel, una speranza: meno casino nei cieli, più relazioni interpersonali. Ma finora bene così.

3- LO HOBBIT (Peter Jackson) – Non ho capito molte delle recensioni che ho letto su questo film. Da Tolkieniano incallito, io lo promuovo con poche riserve. Azzeccato il tono da commedia, sontuosa la visualizzazione di Erebor, meraviglioso il prologo su Smaug, stupenda la lunga sequenza a Casa Baggins. Difetti: le jacksonate. Troppi lupi mannari, inutili alcune aggiunte (Azog non mi ha convinto). Bella la scelta di inserire Dol Guldur e quindi il Bianco Consiglio, non troppo convincente Radagast. Da storia del cinema la sequenza degli indovinelli con Gollum (Serkis inarrivabile) e Bilbo (Martin Freeman superbo). Ad maiora, Peter.

2 – IL SOSPETTO (Thomas Vinterberg) – Il Dogma è il passato, Vinterberg abbraccia il presente e lo fa magnificamente. Storia con dinamiche forse prevedibili, ma ne ho visti davvero pochi di film danesi cosi avvincenti. Tra le chiarissime nebbie di un’atmosfera anni ’70 (ma è ambientato ai giorni nostri) si arriva a immedesimarsi completamente col protagonista, un bravissimo (e ci mancherebbe) Mads Mikkelsen. Vinterberg piazza la violenza nei momenti giusti (memorabile la scazzottata del supermarket) e confeziona un finale che non delude.

1- ARGO (Ben Affleck) – “Argo vaffanculo!”. La supercazzola di Alan Arkin è già culto. Forse non vincerà l’Oscar, ma l’ex nonno sboccato di Miss Little Sunshine è riuscito a rubare la scena a un sontuoso cast. Il film di Affleck, però, è soprattutto altro. Tesa, asciutta, coinvolgente malgrado un finale risaputo, la pellicola del sottovalutato regista convince sia per il realismo delle parti più crude, sia per la brillantezza delle ispirate parti comiche. Non il film della maturità (chi scrive, per ragioni di gusto, preferisce il fulgido heist movie ‘The Town’). Senza dubbio, invece, il miglior film del 2012.