Giampaolo si ostina a mettere in campo gli 11 della scorsa stagione. Alcuni tra i nuovi sono stati via con le nazionali giocando due partite, altri sono neo arrivi. Di fatto, anche a Verona, una neo promossa, non si rischiano le novità. Unico cambiamento, solo di posizione, Paquetà più avanti e Calhanoglu a centrocampo. Mi sarebbe piaciuto vedere Hernandez e magari Conti, due che spingono parecchio, e due punte in area. Buttare palle in mezzo non può essere meno pericoloso che la palla allo scontato Suso.
Dopo 20 minuti il Verona, che stava mettendo molta più aggressività, resta in 10 per un fatto di Steponski, reo di aver alzato troppo la gamba (per la seconda volta). Ebbene, l’Hellas si arrocca in venti metri e il Milan non riesce a creare una sola occasione da goal. Anzi, l’episodio per segnare arriva per i veronesi con Verre che stoppa un lancio di 40 metri e tira al volo. Sarebbe stato un eurogol, propiziato dalla mancata copertura di Musacchio e un Romagnoli che invece di recuperare guarda il pallone arrivare al veronese.
Nessun rossonero fa cose positive nei primi 45 minuti. Giampaolo giustamente predica ampiezza piazzando Suso e Calhanoglu con i piedi sulle linee laterali. Le azioni potenziale più pericolose arrivano però quando i due sono meno larghi, specie Suso, e i terzini spingono ricevendo per il cross o portando via l’avversario.
La ripresa inizia con l’ingresso di Rebic per Paquetà. A parte la scelta di tenere in campo Calhanoglu invece del brasiliano, con l’ingresso del croato, con solo tre allenamenti, Giampaolo si autosmentisce. Oppure Ante è uno che capisce gli schemi al volo! Per passare in vantaggio, contro una squadra così chiusa, servirebbe il colpo di un campione. Sarebbe sufficiente anche un tiro da fuori. Ebbene, chi ci prova con efficacia è Calabria, che prende il palo. Il Verona si porta in pareggio anche nelle occasioni ancora con Verre, il migliore in campo in assoluto.
Nonostante i nostri tirino senza precisione dopo 20 minuti una ribattuta su tiro di Calhanoglu, al termine di un’azione finalmente veloce e in verticale, regala il rigore che permette a Piatek di sbloccare se stesso e il match.
A quel punto l’unica possibilità di buttare la vittoria è tenere il Verona in partita prendendo un gol nel finale. Ebbene il Milan rallenta senza cercare il KO. Il corner al minuto 75 con il quale la palla gira sino a tornare a Donnarumma sono un emblema di questa mentalità scadente. I minuti passano e avvicinandosi alla fine il nervosismo aumenta. L’occasione arriva proprio allo scadere quando Calabria commette un fallo, che gli costa l’espulsione, a pochi centimetri dall’area. Veloso prende la barriera e Lazovic sfiora il palo.
Diciamo che, volendo guardare l’aspetto positivo, arrivano i tre punti. È l’unica nota positiva. Aspettiamo però a condannare Giampaolo, anche se non lo capiamo.
Il mister ha già detto in passato che contro squadre chiuse fatichiamo. Bene, tra sei giorni avremo la riprova incontrando l’Inter, che avrà pure meno giorni per preparare la partita visto l’impegno in Champions.