C’era una volta il Milan delle bandiere, di Berlusconi, dei senatori, dei progetti a lungo termine e del peso politico. Quel Milan è lontano e, con l’addio di Boban e Maldini, diventerà un ricordo. La vicenda Gazidis – Boban è oramai nota a tutti. L’AD ha contattato il tecnico/manager Rangnick invadendo, secondo Zorro, il settore di competenza sua e di Maldini. Per contro “l’intrusione” sarebbe giustificata dall’insoddisfazione del sudafricano verso le scelte del duo.
Premetto che giudicare tentando di trovare colpevoli e vittime non è il focus della riflessione. Anche perché le responsabilità sono condivise. Personalmente non mi piace la filosofia stile Arsenal. O meglio. Non la trovo adeguata al Milan. Non siamo una società che deve crescere giovani per venderli e avere ingaggi da squadra di media classifica. Il Milan dovrebbe essere meta ambita per i migliori giocatori al mondo e gli utili dovrebbero arrivare dagli sponsor, diritti televisivi, marketing e partecipazione alle coppe. Non ho le competenze per stabilire se questa strada sia perseguibile, ricordo però che il Milan era a livello di Real Madrid e Barcellona e non mi pare che Berlusconi sia andato sul lastrico.
Detto questo, quello che mi sento di poter giudicare sono i comportamenti. Vi confido che l’idea di Rangnick mi piace molto e magari con lui il coinvolgimento di Red Bull, che trasforma in oro tutto quello che si trova sulla sua strada. Trovo estremamente dilettantistico far uscire la notizia, peraltro in questo momento. Gazidis avrebbe potuto confrontarsi con Boban e Maldini o meno, contattare l’adorato tedesco e trovare un accordo senza turbare l’ambiente. Probabilmente Gazidis non ha seguito il campionato italiano in passato e non conosce quanto successe all’Inter di Pioli dopo che venne “detronizzato”. L’annuncio, mai ufficiale ma strillato dai quotidiani di mezza Europa quindi non infondato, demotiverà anche quanti non rimarranno il prossimo anno. Sono professionisti? Certamente. Ma non è semplice lottare su ogni pallone per raggiungere un obiettivo che non c’è. E non tirate in ballo i soldi che guadagnano, poiché gli 11 dall’altra parte del campo hanno gli stessi introiti.
Il mio auspicio è che cambi innanzitutto la politica societaria e con essa torni quel savoir faire con media e stanze del potere. È la speranza di tutti ma siamo certi che Gazidis sia la persona giusta?