Roma, Spal, Lazio, Juve e Napoli. Prima delle cinque partite 8/9 punti erano l’aspettava più gettonata. Dopo il pareggio a Ferrara la speranza era di riuscire non subire tre sconfitte. Ora, dopo due vittorie meritate e nette, il termometro dei tifosi segnava “nulla è impossibile”.
Il Napoli, al pari di Atalanta e Sassuolo, era una delle squadre più in forma e lo ha confermato. Velocità di gioco con un’intesa tra i protagonisti, insieme da molte stagioni, oramai rodata.
L’inizio della partita conferma quanto prospettato. Il Napoli palleggia bene in avanti con la palla che gira veloce. Il Milan difende in modo ordinato con Gigio che si fa trovare pronto in un paio di circostanze. Zwlinski si inserisce alle spalle di Bennacer, i centrocampisti si inseriscono spesso e gli esterni che mettono in difficoltà i nostri esterni. Hernandez resta spesso preso in mezzo tra Di Lorenzo e Callejon mentre Conti non ha i tempi contro Mertens. Il belga, al solito, accentua le cadute ma il 12 rossonero è spesso in ritardo e poco furbo.
Il Milan prova a costruire partendo dal basso me non disdegna il lancio lungo per Ibra. Non senza sorpresa è proprio il Milan a passare grazie all’inserimento di Hernandez imbeccato alla perfezione da Rebic. Il Napoli continua a costruire come se nulla fosse diventando sempre più pericoloso. Conti commette l’ennesimo fallo stupido, nella circostanza su Koulibaly. La punizione arriva a Donnarumma che, forse sorpreso dai tanti giocatori davanti, sbaglia la respinta regalando la palla a Di Lorenzo che pareggia.
Paquetà è spesso lezioso ma poco pratico, Calhanoglu sottotono ma, in generale, è tutto il Milan ad apparire un po’ imballato e poco preciso nei primi 45 minuti. Le squadre corrono e accorciano ma i nostri, a differenza dei partenopei, sbagliano molti passaggi anche semplici.
Nella ripresa Pioli presenta in campo Saelamaekers per Paquetà e i rossoneri partono con un’ottima azione portando Ibrahimovic alla conclusione. Il ritmo è meno forsennato e il Milan inizia a tessere più gioco facendo intendere possa aumentare l’intensità nei secondi 45 minuti, come spesso visto ultimamente. Ibra si abbassa mentre Rebic fa la punta. La partita scorre senza scossoni sino al quarto d’ora quando Callejon imbecca Mertens in area, marcato non proprio stretto, che segna. Anche in questo caso Donnarumma non impeccabile ma in generale difesa passiva.
Pioli manda in campo Bonaventura, Leao per Ibra e Calha. Il Gattuso allenatore ha dimostrato, in tutte le sue esperienze, di saper impostare bene la fase difensiva. Il Napoli si conferma una squadra di mentalità mediocre quando, al minuti 71, protesta per un paio di minuti dopo che La Penna fischia un rigore per fallo subito da Bonaventura. Secondo me non era rigore perché il napoletano prende anche la palla. In compenso è l’atteggiamento, come quello di accentuare le cadute, è tipico e fastidioso. Kessie pareggia.
A quel punto Gattuso cambia l’attacco Azzurro: fuori Insigne e Mertens per Lozano e Milik, il più desiderato del momento. Il Milan resta in 10 per doppio giallo in tre minuti a Saelamaekers. Ingenuità del belga che, alla prima contro il Napoli non era stato avvisato che al minimo contatto i napoletani crollano come colpiti da missili con tanto di urla strazianti. Elmas non fa eccezione. Le squadre pensano a non perdere affidandosi a qualche invenzione sporadica. Di fatto non succede più nulla e il pareggio premia la Roma che allunga in classifica quattro punti avanti a noi che ne abbiamo i medesimi di vantaggio sul Sassuolo. 11 punti su 15 sono stati tantissimi in queste cinque partite. Dalla ripresa i risultati non sono mancati, anzi sono tornati i successi contro le “grandi”. Resta il rammarico del pareggio con la Spal, praticamente già condannata, ma anche lo scorso anno il Milan regalo punti alle retrocesse. Speriamo che l’epilogo sia differente e che arrivi l’Europa.