Un Milan penoso. Senza se e senza ma. L’Udinese è un ottimo spunto di riflessione. Quella di Tudor era senza idee e stimoli. L’avvento di Gotti ha cambiato tutto. Giocatori con nuove motivazioni, recuperati, specialmente a centro campo, che hanno poche idee, semplici e chiare.
Nel Milan l’arrivo di Pioli non ha cambiato nulla, neanche il modulo. Lo ha fatto Ibrahimovic, che è il colmo. E gli errori sono sempre gli stessi, ripetuti settimana dopo settimana.
Quello di Donnarumma, che esattamente come 7 giorni fa a Cagliari sbaglia l’uscita, è sintomatica. Questa volta peraltro fatale. Nessuno vuole crocefiggerlo, Gigio ci ha salvato diverse volte, è il ridondare degli errori che disarma. Gigio ha problemi con i piedi e nelle uscite, mentre è un fenomeno tra i pali. Il suo miglioramento è misero. Con lui anche quella dei compagni. L’Udinese potrebbe addirittura raddoppiare al quarto d’ora in Lasagna che non c’entra la porta.
Il Milan è frastornato e manca la coralità. Solito problema che nel calcio moderno, a meno di avere 10 Messi, è drammatico. Ibra si abbassa dopo la mezz’ora. Prende palla e triangola due volte mancando la deviazione in area per pochi centimetri su imbucata di Hernandez. Il fatto è che non può fare tutto Ibra e, per contro, gli altri non hanno idee. Sono i centrocampisti che dovrebbero far girare il pallone velocemente e invece giocano lenti facendo tornare sempre la palla indietro dai centrali. E poi sventagliate e lanci lunghi, esattamente il contrario del calcio moderno. Come se Sacchi non fosse esistito.
Nella ripresa la partita diventa da prima categoria con le squadre che lasciano giocare. L’Udinese è meno dominante a centrocampo, chiave di volta del primo tempo. Il Milan rischia ma trova il pareggio con Rebic, subentrato all’evanescente Bonaventura, imbeccato al centro dell’area. Conti inizia a spingere con maggiore continuità a destra e Hernandez fa lo stesso a sinistra. Fioccano le occasioni da rete in una partita bella ma qualitativamente misera. Rebic galvanizzato dalla rete è una spina nel fianco e Castillejo recupera più palloni di Kessie. La rete del vantaggio arriva però ancora una volta da Hernandez che tira al volo dal limite dell’area su respinta da calcio d’angolo. Quinta rete in campionato per il terzino francese che si conferma la migliore notizia della stagione.
Il Milan è in vantaggio ma non sfrutta gli ampi spazi e rischia troppo.
Pioli toglie Castillejo per Krunic, con l’intento di riequilibrare la squadra. La solfa non cambia. La partita resta come uno scontro tra due pugili che si prendono a cazzotti senza difendersi. Il Milan sbaglia mentre Lasagna, che contro il Milan è sempre ispirato, ci punisce a cinque dal termine. Gli esterni di destra bianconeri sono liberi di scambiare e Lasagna brucia Conti anticipandolo e girando di testa in gol.
Se la difesa, togliendo Bergamo, era un caposaldo della squadra, i due gol subiti in casa oggi rimettono anche questa fase in discussione. Inspiegabile e altamente immaturo l’atteggiamento una volta raggiunto il vantaggio.
Fortunatamente è arrivata la vittoria grazie al secondo gol di Rebic che ha piazzato un tiro all’angolo o dal limite dopo aver scambiato con Ibra.
La vittoria, nella prima delle cinque partite a San Siro delle prossime sei, era fondamentale ed è arrivata. La Lazio ha ottenuto tanti successi nei minuti finali, al punto di farli un marchio di fabbrica. Però la squadra romana fa vedere un buon calcio. Il Milan, almeno nei primi 45 minuti, per niente. Nella ripresa sono arrivate le occasioni da rete, ma per entrambe le squadre. A San Siro contro L’Udinese, senza nulla voler togliere ai friulani, deve finire 20 occasioni a due. Poi può capitare di prendere due gol su due tiri ma sarebbe un caso. Pioli non incide. Non c’è niente da fare. Si tratta di un padre buono in un contesto nel quale i vincenti sono coloro che grinta e idee. A lui mancano entrambe ma anche alcuni interpreti di personalità.