La partita con la Spal ha regalato i tre punti, minimo sindacale ottenuto con il minimo sforzo. Solitamente non parlo degli avversari ma, in questo caso, visto che sono un assiduo frequentatore di Ferrara, mi permetto un commento. I Biancazzurri sono arrivati a San Siro per provare a strappare un pareggio e hanno disputato una buona partita. Ordinati in campo con una fase difensiva ottimamente organizzata. La squadra guidata da Semplici due anni fa era in Lega Pro ma il doppio salto di categoria non si avverte. È mancata la fase offensiva con una sola occasione in 90 minuti, ma certamente non è San Siro il campo dove conquistare la salvezza. Un elogio anche alla tifoseria. 1200 questa sera, 3600 contro l’Inter e una curva appassionata, mossa dallo spirito sportivo che dovrebbe guidare il tifo in tutti gli stadi. Un esempio.
Supero il Po e torno a parlare di ciò che meglio conosco, il Milan. Montella ha inserito Abate e Zapata rispetto alla formazione che, nella mia testa, dovrebbe essere titolare. Il Milan non ha rischiato praticamente nulla, fatto salvo un episodio sul quale ha salvato Bonucci nella ripresa. Per il resto la fase offensiva Spallina è stata talmente evanescente da non mettere mai in pericolo Donnarumma. Anche quella rossonera non ha brillato. Molta imprecisione in avanti con Kalinic e Silva che non hanno sfruttato un Calhanoglu comunque ispirato. Il Milan non è partito con il consueto ritmo elevato ma si è limitato a controllare muovendo la palla neppure molto velocemente, forse consapevole che il vantaggio sarebbe prima o poi arrivato. Dopo un paio di occasioni effettivamente si è passati a condurre grazie a un rigore per fallo, sciocco, del portiere su Kalinic che ha recuperato la respinta su tiro di Rodriguez, bravo ad anticipare l’avversario al limite con la palla in uscita. Lo svizzero ha calciato il rigore segnando al 26. A quel punto tutto è ricominciato come nulla fosse. La Spal ha continuato a difendersi e il Milan non ha fatto nulla di particolare per chiuderla. Il raddoppio è arrivato ancora su rigore per fallo su Kessie che ha trasformato. L’ivoriano è parso sottotono e lento, come il resto della squadra. Silva si è accorto che giocare contro le difese italiane è tutta un’altra musica. Stasera spesso, con i compagni, si è intestardito nel voler sfondare centralmente in una difesa molto organizzata che non ha lasciato spazi. Certo che il gioco è stato lento in generale. Si è giocato al risparmio senza grande spettacolarità, un peccato per i 45mila arrivati a San Siro che però si sono consolati con i tre punti.
Nella sera dove nessuno ha brillato il migliore è stato Biglia. Il 31enne argentino è stato il regista assoluto e non ha mai buttato via un pallone. Buono in fase d’interdizione e con una razionalità pazzesca quando ha la palla tra i piedi. Un’altra nota la voglio esprimere per Bonucci. Il capitano non è in grande forma però al minuto 18 e 24 del primo tempo si è spinto in avanti palla al piede cercando di spronare una squadra compassata. Lo faceva anche Baresi, con altri risultati, ma diamo tempo a Leo di trovare la leadership dai compagni. Il gol salvato o l’essere stato saltato facilmente con un pallonetto nel primo tempo non cambiano la mia opinione, si tratta di un giocatore del quale caratterialmente avevamo bisogno.
Ora arrivano tre gare impegnative dove si potrà capire a che punto di maturità è la squadra.