Comparando i giocatori delle due squadre, ruolo per ruolo, la partita avrebbe potuto essere non giocata per manifesta superiorità. Il calcio però non è una scienza esatta, l’Atalanta nel pomeriggio lo ha dimostrato dando quattro pere all’Inter.
Ogni partita però ha una propria storia e quella di San Siro ha raccontato che la Juve non è l’Inter.
Gattuso, fatta la conta dei presenti, ha messo in campo l’11 che ha ritenuto più adeguato. Higuain solo in avanti con Suso, Calhanoglu e Castillejo liberi di buttarsi in avanti e inventare. Ecco, inventare. Purtroppo i nostri soffrono di fantasia, anche perché Higuain, dopo una settimana di riposo si addormenta con il passare dei minuti. Inizialmente un buono stop con il quale si apre il campo e un cambio gioco preciso per Suso, poi il nulla con tanti duelli persi e infine l’epilogo del rigore sbagliato (in un calcio normale Benatia avrebbe dovuto prendere l’ammonizione, la seconda…). Questi i primi 45 minuti di un giocatore poco brillante ma anche spesso solo. I secondi 45, dal minuti 15 con Cutrone a fianco, sono leggermente migliori. Nessuno mette in discussione le doti tecniche dell’argentino, però sul carattere una riflessione si può fare. Non è un lottatore e neppure un trascinatore, non dà l’esempio, ha pretese dai compagni che però, e lo sapeva prima, non hanno le qualità di quelli ai quali è stato abituato in passato. L’errore dal dischetto gli pesa addosso come un macigno ma, invece di correre inviperito si innervosisce facendosi espellere nel finale con la Juve in vantaggio di due reti. In una rosa già decimata lasciare i compagni senza di te per proteste è da immaturo, non da leader.
Il problema fantasia in avanti non lo ha Allegri. A Ronaldo, Dybala e Mandzukic probabilmente l’allenatore juventino può non dire nulla. Troppa qualità per tentare di rovinarla! I tre si cambiano posizione, si cercano ma anche lottano su tutti i palloni. Mentre il Pipita passeggia quando perde palla, Marione Mandzukic rincorre l’avversario fino agli spogliatoi se necessario.
Il problema però non è solo, e soprattutto, in avanti. Gli esterni, Abate e Rodriguez, sono imbarazzanti. La Juve non pressa a tutto campo, quindi i due non hanno particolari apprensioni, in compenso quando puntati o sulle diagonali soffrono. Poi non parliamo della fase offensiva. Mi chiedo, ma almeno in allenamento, qualche palla in mezzo giusta la metteranno.
Comunque la partita finisce al minuto otto quando, su un cross da sinistra di Alex Sandro, Mandzukic chiude di testa uccellando Rodriguez. Spezziamo una lancia per Donnarumma? Sì dai. In testa però! Magari qualcosa gli entrerebbe. Gigio non è uscito sul cross al limite dell’area piccola perché non l’avrebbe presa! Proprio come nel derby. Mi chiedo, ma quando arriva un traversone dal lato corto dell’area essere già un passo fuori e nella metà della porta opposta al cross è difficile. Ricordo Sebastiano Rossi, non certo il più forte portiere di sempre, era un’altro pianeta per sicurezza al reparto.
Allegri mette Khedira e Douglas Costa, Gattuso Borini e Laxalt, due tra i peggiori nelle ultime uscite. L’esito è scontato con la partita chiusa dal gol di Ronaldo.
Il Milan non ha sfigurato né è stato asfaltato. Però la figura, non pessima, è dovuta all’andamento stesso della gara. Passata in vantaggio la Juve ha lasciato giocare il Milan senza faticare molto. Fase difensiva granitica e attesa della giusta occasione per chiuderla.
Il Milan ha perso con tutte le prime tre in classifica. Dopo la pausa ci sarà la trasferta di Roma contro la Lazio, in questo momento quarta. Se è vero che le ambizioni sono da Champions la partita non si può sbagliare. Forse Gattuso recupererà qualche altro giocatore. Sicuramente mancherà Higuain e probabilmente per più di una partita.