Una partita penosa. Questa è stata Milan Genoa. Pioli ha dovuto rinunciare. Calabria decidendo di schierare Gabbia al centro della difesa con Tomori e spostando a destra Kalulu. La difesa si è ben comportata, sia per l’attenzione dei quattro che per la pochezza del Grifone.
Il Milan parte bene, prova a creare delle situazioni pericolose con Leao e Hernandez. Quindi passa al decimo quando Kalulu riceve a metà campo, avanza e fa partita un traversone a tagliare la difesa rossoblu. Leao arriva alle spalle del difensore e insacca al volo. Dopo il vantaggio i rossoneri continuano a giocare per una decina di minuti. Quindi decidono di addormentare la partita è con essa i tifosi.
Una pena per ben 70 minuti per la quale i tifosi meriterebbero il rimborso. Il centrocampo fatica. Tonali fa bene in chiusura, Bennacer è spesso impreciso e Saelemaekers pasticcione. Il peggiore per distacco o però è Kessie. Io gli farei un regalo per ringraziarlo degli anni in rossonero. Lo porterei domani a Barcellona e lo saluterei.
Leao ed Hernandez girano a corrente alternata, spesso sono prevedibili perché si ostinano nella stessa giocata.
Chi si aspetterebbe un inizio ripresa differente rimane deluso. Il copione non cambia e il vantaggio permane solo per la pochezza del Genoa. Una partita da oratorio. Come tra due squadre di serie B.
Pioli prova a mischiare le carte e, tra cambi scelti e obbligati, il finale è più acceso. Arriva il raddoppio nel finale su azione di Hernandez, cross di Rebic che trova Messias libero in gol al secondo tentativo dopo la grande parata di Sirigu.
Anche dall’altra parte Maignan compie un grande intervento nel finale. Il portiere è il vero talento della squadra.
Giochiamo male, siamo lenti, stanchi e impacciati. La vittoria potrebbe dare morale, vediamo se martedì nella semifinale di Coppa Italia l’Inter non ce lo farà crollare.