Una partita sulla carta molto semplice che dopo una manciata di minuti ha rischiato di divenire un incubo. Il Milan però, al netto della qualità degli avversari, ha carattere ed è consapevole dei propri mezzi. Così l’incubo di trasforma in ulteriore iniezione di fiducia e il doppio svantaggio viene ribaltato.
Pioli torna in panchina e propone Krunic, Dalot, Hauge e Castillejo nell’undici iniziale. I primi due hanno un inizio disastroso. L’ex Empoli perde palla davanti all’area, permettendo agli scozzesi di andare in vantaggio, il secondo sbaglia il movimento sull’azione che porta al raddoppio. La difesa sale, lui si abbassa, tiene in gioco Édouard che fredda Donnarumma. Il Milan, dopo un buon inizio, ha accusato eccessivamente il primo gol rischiando e subendo, giustamente, il secondo.
Poi si è rimesso a giocare ma, per far cadere le certezze degli scozzesi, è servita la giocata di uno dei leader. Calhanoglu, per i primi 24 minuti impalpabile, segna su punizione il gol che riporta in partita il Milan. Il pareggio arriva due minuti dopo grazie a Castillejo, bravo e generoso in tutti i 90 minuti. Il resto del primo tempo passa con il Milan a fare gioco e il Celtic a difendere ordinatamente.
Nella ripresa arriva l’Hauge time. Il norvegese dopo cinque minuti parte palla al piede in mezzo a tre avversari e segna un gol pazzesco. Il gol gli dà fiducia e il carattere appartamento timido scompare. Largo sulla linea dell’out o più stretto per lasciare spazio alle discese di Hernandez non cambia. Fa sempre la cosa giusta e recupera diversi palloni. Il Celtic, non avendo nulla da perdere, si riversa in avanti. Gigio si fa sempre trovare pronto. A 10 dal termine Hauge si ripete. Entra in area saltando gli avversari e imbuca per Diaz che segna con un tocco sotto delizioso. Partita finita e qualificazione ottenuta.
Ibra, ancora in panchina a fianco dei compagni, vede e approva. Con lui anche Pioli. Unico deluso dalla serata Rebic che ha avuto la vita difficile in mezzo si marcantoni della difesa avversaria. Ante non ha la fisicità di Ibra, ma non si crucci, lo svedese tornerà presto e lui sarà quello a trarne i maggiori benefici.