Avere Biglia tra i propri 11 è come andare, oggi, a correre un Rally di Montecarlo con una Lancia Delta. Era la macchina più bella e desiderata che oggi accumulerebbe minuti su minuti di distacco. L’argentino non ha i ritmi del gioco moderno, gira con la metà dei cilindri. Ne risente la manovra ma anche la fase difensiva. Regalare un uomo a centrocampo a questa Atalanta è impensabile ma non ci sono alternative data la squalifica di Bennacer.
L’Atalanta parte forte bei primi 10 minuti ma è il Milan a passare grazie a una punizione bellissima di Calhanoglu che Gollini legge male. L’Atalanta risente del gol subito per una decina di minuti e poi ricomincia a tessere la propria trama di gioco. Malinowski si lascia cadere al limite dell’area, Biglia entra da folle con gamba tesa e Doveri, richiamato dal Var, fischia il rigore. Ora, se il bergamasco si è lasciato cadere è simulazione. E l’azione si fermerebbe lì. Detto questo Biglia fa un’entrata da folle e sarebbe dovuto essere espulso. Donnarumma para il rigore. Milan ancora in vantaggio ma Atalanta che non ne risente e ricomincia a giocare. Il Milan gioca bene e si difende con ordine. Al 34 una serie di rimpalli liberano Zapata in area di fronte a Donnarumma. È il pareggio, meritato ma subito in modo stupido e sfortunato.
Il Milan, nonostante l’inedita difesa con Gabbia e Laxalt, difende bene. Spesso per evitare il pressing atalantino ci si rifugia al lancio lungo per Ibra. È uno schema inusuale nel calcio attuale che prevede la costruzione dal basso a costo della perdita del pallone, ma efficace e che può andare. Ibra fa il suo intercettando i palloni lunghi e tentando di ispirare i compagni.
Rebic prova ad essere ovunque, Calhanoglu prova a fare la differenza, Kessie lotta. Saelamaekers appare sottotono rispetto al giocatore tonico di 15 giorni fa. Il Milan soffre e Gasperini mette Muriel aumentando la trazione anteriore atalantina. Pioli per contro toglie Calhanoglu, Rebic e Biglia per Krunic, Bonaventura e Leao.
Il portoghese ispira subito Saelamaekers che colpisce male. Ancora il danese protagonista un minuto dopo ma il rimpallo ancora una volta non lo premia. Si inserisce bene, è nella giusta posizione ma non ha il guizzo. Pioli lo toglie per Castillejo. Entrambe le squadre sanno che il pareggio serve a poco. I minuti però si fanno sentire sui giocatori in campo. Il gioco è meno preciso da entrambe le parti. Bonaventura colpisce il palo con un tiro dal limite dopo una ripartenza. Il pareggio è giusto rispettando sia quanto visto in campo che l’attuale valore delle squadre. I tempi del 5 a 1 dell’andata, che avevano sollevato le prime ombre su Pioli, sono lontani. In compenso un punto a testa potrebbe pesare sia per la corsa al secondo posto dei nerazzurri che quella al quinto del Milan. Ora servono due vittorie sperando che l’ultima giornata con la Roma a Torino con la Juve e il Napoli contro la Lazio possa essere determinante in positivo.