Se nella semifinale di Coppa Italia la tua ultima speranza è il diciottenne esordiente Lorenzo Colombo non puoi pretendere nulla più che uscire a testa alta. Sebbene sia passato molto tempo ricordo bene la partita dell’andata condita da tante ammonizioni gratuite e un rigore più che discutibile a tempo scaduto. Senza quel regalo 1-0 all’andata e 0-0 al ritorno avrebbero sancito un’altra finalista. Però cosa volete, è la Juve.
Il primo tempo è stata imbarazzante. Sembrava di assistere a una partita tra squadre di categorie differenti. Juve con pressing a tutto campo e Milan impotente. Conti e Calabria sono imbarazzanti, annichiliti dagli avversari che però vanno al doppio della velocità in ogni zona del campo. Rigore, giusto, causato da Conti per tocco di gomito e sbagliato da Ronaldo. Espulsione, giusta, per Rebic reo di un intervento pericoloso e stupido, anche se provo di cattiveria.
Partita più che compromessa ma Juventus incapace di chiudere il discorso grazie anche alla partita attenta dei due centrali rossoneri, Romagnoli e Kjaer. Nella ripresa il centrocampo, ben guidato da Bennacer che ogni tanto sbaglia qualcosa di troppo, cresce di personalità. Paquetà porta maggiormente la palla e anche Kessie lotta maggiormente. Tanta imprecisione nelle conclusioni e la poca capacità di sfruttare le due occasioni capitate sulle teste di Calhanoglu e Kjaer.
Finisce così, com’era cominciata con le reti inviolate e l’unico possibile obiettivo sfumato. Ora resta il campionato per cercare di raggiungere almeno l’Europa in questa lunga e strana stagione. Gianpaolo sembra un lontano ricordo eppure stiamo parlando della medesima annata. Parleremo più avanti di progetti e futuro, troppe parole sono state spese in questo periodo senza eventi. Certamente quelle di Gazidis, che ha incontrato la squadra due giorni fa, sono state fuori tempo. I 10 minuti per notificare il dimezzamento dello stipendio di aprile si sono trasformati in 40 minuti di chiacchierata nella quale sono mancate le risposte certe, che probabilmente non si possono dare.