Leggendo il titolo si potrebbe pensare io sia impazzito. Preferire un giocatore alla prima esperienza in serie A rispetto a uno dei maggiori marcatori di sempre della storia del nostro torneo potrebbe sembrare follia. E, si trattasse dell’Higuain di Napoli e Juve la questione non si porrebbe. Purtroppo però io, come i tifosi, la società, l’allenatore e i compagni, sono stato tradito dall’argentino. Certo, tradito. Tutti abbiamo esultato quando il Pipita è sbarcato a Milano e abbiamo puntato su di lui per raggiungere l’obiettivo Champions. Lui a un certo punto ha smesso di lottare e di dare il 100%. Ha tradito i compagni, per i quali sarebbe dovuto essere un leader; l’allenatore, che lo ha sempre difeso e schierato tra i titolari; la società, che comunque aveva già messo sul piatto 18 milioni per il prestito e 9 netti per il compenso; i tifosi, che non hanno mai smesso d’incitarlo.
Le motivazioni? Servito poco e male con una società che ha messo in discussione il suo riscatto. Ebbene caro il mio fenomeno, pensavi che Calhanoglu e Kessie fossero come Dybala e Pjanic? O che il gioco del Milan ricordasse quello di Juve e Napoli? E poi tu, come tutti i professionisti, devi meritarti la riconferma che sarebbe arrivata se avessi dato tutto te stesso, prima ancora che segnare 30 gol. Invece no, coniglio quale sei hai preferito scappare e lo hai fatto nel peggiore dei modi. Hai passeggiato per il campo per intere settimane esasperando l’intero ambiente al punto di essere messo in discussione. Hai tradito Napoli per cercare soldi e gloria, sei stato scaricato dalla Juve ed ora, visto che non sei un trascinatore, hai deciso di tornare da paparino Sarri. Ebbene ti auguro di essere ripagato dai londinesi nel modo che ti meriti, con fischi e scherno. Loro, a differenza nostra, non tollerano la mancanza d’impegno quindi occhio a correre poco caro gordo.
Piatek deve ancora dimostrare tutto. Non sarà il salvatore della patria e avrà difficoltà data dalla sterilità del gioco rossonero. Però ha 23 anni, primo punto importante per una società che vuole costruirsi creando uno zoccolo duro e poi sarà uno dei tanti che non ha vinto ancora nulla in un gruppo di suoi simili. Non una superstar ma uno dei giocatori della rosa come tanti altri. Ed è proprio questo il motivo per cui penso che sarà meglio del Pipita.
Gattuso deve puntare su questo. Deve far sentire questi uomini una squadra dove, come lui stesso ha predicato, ognuno è disposto a buttarsi nel fuoco per salvare il compagno. Devono parlare calcio tutti insieme, aiutarsi, cercarsi e trovare soluzioni per superare i momenti difficili. Maldini, Baresi, Costacurta, Tassotti, Galli vivevano in simbiosi e con loro tutti quelli che nel periodo d’oro di Berlusconi hanno vestito la maglia Rossonera. È così che da un gruppo di giocatori normali si diventa leggende.