Poco prima della chiusura del mercato, quando i dirigenti rossoneri telefonavano affannosamente a mezza Europa cercando un centrale, scrissi che la priorità era un vice Ibra. Indicai anche in nome: Llorente. Le motivazioni? Lo spagnolo avrebbe permesso di non stravolgere l’idea di gioco proposta da Pioli. Inoltre, ultima delle ultime scelte della rosa del Napoli, non avrebbe fatto problemi nel sedersi in panchina dando il suo contributo alla bisogna.
La storia ha raccontato che non so trovo un centrale né si cercò una punta. La necessità però ci ha fatto vedere che Gabbia può essere un buon terzo centrale e, ora, anche Kalulu. Certo, non sono maturi, devono crescere però nella filosofia dei giovani ci stanno alla perfezione. In fondo, se hai i giovani e mai li fai giocare è difficile che crescano con le sole partitelle di Milanello.
La necessità ha anche dimostrato che il vice Ibra sarebbe stato più che utile. Questo per diversi motivi. Non fatevi dal numero di reti segnate. Domenica nel pareggio con il Parma, più che meritato, le due reti sono arrivate da un terzino. Con la Samp e la Fiorentina due reti di Kessie, Romagnoli e, un esterno, Castillejo. Il numero che deve far riflettere è quello legato alle conclusioni in porta, crollato da quando Ibra non è in campo. Inutile sottolineare ancora una volta come lo svedese faccia girare tutta la squadra. Quello che invece si può capire facilmente è come Rebic nel ruolo di prima punta sia impalpabile. Quasi mai riesce a tenere la palla venendo incontro. È efficace sulla fascia, quando può inserirsi negli spazi e puntare l’uomo. Stessa cosa per Leao che però, vista la discontinuità, sarebbe più utile in centro nel ruolo di punta centrale. Di fatto sono certo che un Llorente farebbe girare tutto molto meglio.
Due le conclusioni nei primi 45 minuti di Genova contro una squadra, quella del Grifone, non ai livelli della serie A. Il Milan non ha la gamba delle prime partite e le tante indisponibilità si fanno sentire. Kessie e Calabria garantiscono buone prestazioni ma sono sempre in campo, Castillejo lotta in ogni zona e Tonali è in crescita. Però senza Bennacer tempi e idee di gioco latitano, le palle lunghe diventano inutili e gli avanti sono facili da marcare. Calhanoglu predica nel deserto. Il Genoa passa in vantaggio con Destro, non alla prima bensì alla seconda conclusione. Ma non ci si può lamentare. Certo, con Parma due conclusioni e due reti, ma è così anche per l’Inter che ne segna sempre una in più. Il pareggio arriva con un tiro da 25 metri di Calabria. Bel gol, bella risposta caratteriale ma buona dose di casualità. E questo non mi piace.
Il Milan sbaglia tante cose semplici, come i passaggi sui piedi ai compagni liberi, è il Genoa prende coraggio. Con Saelamaekers e Hauge in campo per Rebic e Castillejo Pioli ridisegna il Milan. Leao va a fare la punta ma è irritante. Ibrahimovic, visto che probabilmente Pioli non riesce, dovrebbe alzarlo di peso e spiegargli come si gioca a calcio in Italia. Poi a gennaio potremmo spedirlo da qualche parte perché il talento da solo non basta.
Dalot gioca a sinistra al posto di Hernandez. Dalla sua fascia arriva un altro cross e Destro segna di testa. Ghiglione lo irride ogni volta, lui lo marca da lontano e il resto della difesa va in affanno. Il nuovo vantaggio dà energie extra al Genoa che moltiplica le forze lottando su qualsiasi pallone. Diaz dà dinamicità alla manovra. Il secondo pareggio arriva su un altro episodio. Corner, testa di Romagnoli e deviazione di Kalulu. Altro difensore. Il Milan prova negli ultimi minuti a segnare ma rischia a uno dalla fine.
I limiti del Milan sono venuti a galla e si chiamano ampiezza e qualità della rosa. Giocando sempre gli stessi la stanchezza ultimamente viene spesso a galla. Inoltre il carattere non si discute ma senza i propri leader in campo non è facile rimettere sui binari giusti le partite che si mettono male. Ultimo, ma non da meno, la qualità. Milik, Llorente, Dybala, Suarez, Muriel, Gomez e Osimhen, tutti giocatori non in campo oggi nelle rispettive squadre, da noi sarebbero stati titolari. E se qualcuno è titolare e tenuto a riposo, prendo senza esitazione l’alternativa.
Il secondo pareggio con squadre decisamente inferiori sono due netti e pesanti passi falsi. Certo, siamo ancora in testa alla classifica, seppur con un solo punto sull’Inter, situazione oltre le aspettative. Quello che però infastidisce è che queste aspettative sarebbero potute e dovute essere diverse. L’unico a credere in qualcosa in più dei primi quattro posti è stato sempre e solo Ibrahimovic. Se non si lotterà per lo scudetto per quattro punti ci si ricorderà di queste due partite buttate e il loro perché. Purtroppo anche la società, oltre alla rosa, è giovane e inesperta. Questa inesperienza ci ha portato a puntare su Suso per anni, castrandoci, e oggi ad avere in rosa gente inaffidabile come Leao. Speriamo torni in campo Ibra perché con Sassuolo e Lazio, prossimi due appuntamenti prima della pausa, servono sei punti.