Nella partita che, reduce la sconfitta interna della Juve avrebbe potuto segnare un punto fondamentale per la corsa alla zona Champions, il Milan gioca per buona parte della gara con sufficienza. A Firenze le scorie della partita con il Manchester si sono avvertite.
La partita è stata bella e veloce nei primi 20 minuti. Ibra segna il gol del vantaggio, complice un movimento sbagliato della linea Viola, grazie al servizio di Kjaer che lo mette davanti a Dragowski. La Fiorentina è intontita ma il Milan rallenta. Pioli ha schierato Dalot a destra per sostituire Calabria, operato in settimana (ne avrà per un mese). Il portoghese è un pesce fuor d’acqua. Non ha il passo di Castrovilli né di Ribery, non capisce da che parte girarsi e, quando va bene, commette fallo. Da una punizione Pulgar pareggia. Donnarumma non è esente da colpe ma si lamenta, non si capisce se con l’arbitro per non aver sentito il fischio o con la barriera che, è vero, non salta, ma non sarebbe comunque riuscita a deviare. La Fiorentina è ancora pericolosa su calcio d’angolo quando coglie la traversa con grande colpo di tacco volante di Pezzella.
Il Milan tiene palla ma il possesso è sterile. In molti effettivi mancano i fondamentali. Spiace dirlo ma guardare gli stop per credere. Uno che ha buone doti è Diaz che però fisicamente è troppo leggero per il nostro calcio. Ibra potrebbe raddoppiare quando Calhanoglu lo mette davanti a Dragowski. Scavetto e palla sulla traversa. Sfortuna? No, in questo caso errore dello svedese. Il primo tempo si chiude senza sussulti salvo l’ammonizione a Calhanoglu per proteste dopo che Guida inventa una punizione per i Viola.
La ripresa inizia nel peggiore dei modi. I nostri sono sottotono e molli. La Fiorentina arriva prima su ogni pallone e Ribery ci giustizia, al solito, dopo l’assistenza di Vlahovic. Tutti troppi liberi di giocare i Gigliati. Pioli capisce che le cose non vanno e prepara tre cambi. Prima degli avvicendamenti però il Milan trova il pareggio con Diaz che mette in rete sottomisura dopo la deviazione di Kjaer su corner.
Fuori Tonali e Saelemaekers per Castillejo e Bennacer. Oltre alle forze fresche cambiano le posizioni in campo. Diaz si accentra avvicinandosi a Ibra e Calhanoglu si apre a sinistra. Tutti ne beneficiano. Il Milan, complice anche il pareggio appena trovato, macina gioco. Aumentando i ritmi la differenza di organizzazione di gioco diventa evidente. Certo perché, attenzione, la Fiorentina ha una rosa con buone individualità.
Ibra prende il palo da 25 metri (sbagliando un cross) con Terracciano, subentrato a Dragowski, che pare spaesato. Al 72 Tomori, uno dei migliori in campo, anticipa alto sventando una ripartenza viola. Palla a Diaz che fa sponda per Kessie che allarga a Calhanoglu autore di un colpo da biliardo con palla più indietro del corpo. Tiro radente sul palo lontano e Milan nuovamente in vantaggio.
Prandelli butta in campo tutti gli avanti che ha a disposizione e la sua squadra si riversa nella metà campo rossonera. Il Milan si abbassa sotto la linea della palla chiudendo tutte le linee di passaggio. Al minuto 87 Castillejo ha la possibilità di chiudere la partita 3 contro 2.
Errore ennesimo nella scelta e partita ancora aperta. Per ennesimo non mi riferisco a un ulteriore sbaglio di Castillejo, bensì ennesimo della stagione in ripartenza. Torniamo al discorso fatto in precedenza, le doti tecniche. Gli stop, i passaggi corretti e la lucidità nelle scelte determinanti sono sinonimo di buoni fondamentali. È vero che la rosa è giovane ma serve ancora del lavoro.
Alla fine arriva la vittoria, meritata per l’atteggiamento e il gioco mostrati dopo essere passati in svantaggio. Sono servite due sberle per svegliarci, in altre occasioni nel corso della stagione l’epilogo è stato diverso, leggi Spezia, Udinese, Verona, Genoa… Ibra e Kessie, rimasti in campo per 90 minuti, sono stati un esempio per tutti i compagni.