La partita d’andata la ricordo molto bene. Sicuramente il momento più alto della stagione viola e uno dei più bassi della nostra. Da allora è cambiato quasi tutto. Intanto sulle panchine. Iachini siete su quella di Firenze e Pioli su quella rossonera. I motivi di romanticismo si sprecano. I due sono stati compagni di squadra da giocatori a Firenze e poi Pioli torna al Franchi dopo la drammatica stagione della scomparsa di Astori.
A proposito di Pioli non mi sono per nulla piaciute le voci che si sono susseguite a proposito dell’arrivo del suo successore. Che si chiami Allegri, Rangnick o Guardiola poco conta. È inammissibile ci siano voci sul futuro del mister. E lo dico non perché mi piaccia particolarmente bensì poiché ricordo bene la sua esperienza all’Inter dove, dopo un filotto impressionate venne detronizzato e l’Inter smise di giocare. Società al limite del ridicolo, comprese dichiarazioni di Gazidis che, invece di smentire dice di sentire 20 allenatori al mese. Ecco, sentisse dei possibili sponsor.
Il Milan ha approcciato la partita con cautela, probabilmente per distribuire le energie. Con il passare dei minuti però la Viola è diventata attendista e abbiamo preso in mano il pallino del gioco. Il Milan crea occasioni dando l’impressione di poter far male da un momento all’altro.
Rebic colpisce di testa da due metri a tu per tu con il portiere e poi Ibra segna un gol stupendo saltando tre avversari. La nuova regola, già trovo assurdo cambiare regolamento durante la stagione, se è questa non ha senso. La palla, che finisce tra anca e braccio dello svedese, braccio mosso anche dal contrasto con il difensore, non crea vantaggio perché la stessa testa a disposizione del difensore. Ibra poi lo anticipa. Penso che la finalità della regole sia, esempio, palla rinviata dal difensore sul braccio dell’attaccante che carambolando gli fa saltare l’avversario. Ecco, non è questa la situazione e, come avviene troppo spesso nel calcio, ci sono regole troppo interpretabili. Il fallo di mano stesso ha fatto danni assurdi nel corso della stagione. Sarebbe difficile prevedere che un fallo di mano di un difensore in area venga sanzionato con il rigore se la palla sta andando nello specchio o a un compagno in situazione vantaggiosa e, in caso contrario, venga sanzionato con una punizione di seconda? Semplice. Chiaro. Non messo in pratica perché probabilmente conviene rimanere in questa situazione poco chiara e che fa discutere lasciando zone d’ombra e ipotesi di ruberie. Non è il caso della Fiorentina, spesso penalizzata nel corso della stagione. È il caso della Juventus, ad esempio, che ogni domenica ha episodi discusso o meno (oggi per esempio non ho capito la mancata ammonizione a Rugani sul rigore così come quella a Romagnoli). E con loro più o meno tutte le grandi squadre, Milan incluso ci mancherebbe, che a domeniche alterne su alternano o beneficiano di favori.
Nella ripresa Pioli deve rinunciare a Donnarumma, che nel primo tempo ha subito un fallo non rilevato da Calvarese.
La ripresa inizia con il medesimo filo conduttore dei primi 45 minuti. Il Milan fa la partita e la Fiorentina attende timidamente. Al decimo è ancora Rebic a segnare approfittando di uno stop di petto timido in area di Caseres per Pessella anticipato dal croato. Al ventesimo i vipla restano in 10 per fallo di Dalbert su Ibra lanciato a rete. L’espulsione arriva dopo la chiamata del VAR. Iachini decide comunque di sbilanciarsi nel tentativo di recuperare la partita. Dentro Cutrone applaudito dalla Sud. La mossa di Iachini risulta vincente. Il Milan si affloscia prendendo due ripartenze clamorose. Follia in 11 contro 10. Inoltre, come succede sempre, non concretizziamo le ripartenze. In superiorità numerica neanche tiriamo in porta. Lo fa bene la Fiorentina che trova con Cutrone un rigore per me discutibile. Cutrone e Romagnoli sono a contrasto e forse Alessio tocca pure la palla. Il pareggio non sveglia il Milan, anzi. È la Fiorentina ad andare vicino al vantaggio.
Il Milan ha buttato al vento un’occasione pazzesca. L’arbitro ci ha sicuramente messo del suo ma il pareggio non è da imputare a Calvarese. Con un gol di vantaggio e l’uomo in può non è ammissibile buttare al vento l’occasione di tornare a Milano con tre punti che sarebbero stati pesantissimi. Fuori dalla zona Europa e ora che i dirigenti facciano pure trapelare altre notizie.