C’era una volta la Champions per Milan e Celtic. Oggi le due squadre di quelle stagioni hanno solo il ricordo. Il giovane Milan è di altra caratura rispetto alla squadra di Glasgow e, dopo la spinta iniziale, le differenze sono palpabili.
Pioli propone dall’inizio Dalot a destra, Tonali, Krunic e Diaz a centrocampo dall’inizio.
Il terzino nel primo tempo è propositivo seppur attento in fase difensiva, nella ripresa più bloccato e attento. Tonali è timido. Inizialmente sbaglia molto mentre con il passare dei minuti è più presente ma servirà maggiore personalità all’ex Brescia per diventare protagonista. Diaz è sicuramente il più positivo. Pioli gli ordina di stare largo a sinistra ma l’ex Real è molto più efficace quando può giocare al centro dialogando nello stretto. Non è un caso se il gol del raddoppio arrivi da un’incursione centrale nella quale ha potuto puntare e saltare due difensori (non proprio impeccabili). La partita si era messa sui binari giusti grazie a Krunic, bravo nell’inserirsi e concludere. Ora, l’ex Empoli non è un fenomeno ma in questa rosa ci può stare, a prescindere dal gol. Bravo Maldini a tenerlo piuttosto che sostituirlo con un giocatore che si sarebbe dovuto inserire.
Sul 2 a 0 il Milan è in totale controllo della partita. Il Celtic, provo del suo centravanti titolare, può colpire solo su calcio da fermo. Pioli toglie Kessie, imprescindibile, per Bennacer, ottima la sua prova, e Ibrahimovic per Leao. Il Milan, al solito, con il portoghese in campo gioca in 10. Il Celtic accorcia le distanze e allora Pioli inserisce i più freschi Saelamaekers e Hauge per Castillejo e Diaz. Proprio dai due arriva, a una manciata di minuti dalla fine, il gol che evita di soffrire. Palla dentro per il norvegese che tiene fisicamente e a tu per tu con il portiere non sbaglia.
La mentalità della squadra da qualche mese a questa parte è perfetta. Ibra ha cambiato radicalmente la testa dei compagni e il rammarico, con il senno di poi, è stato Jon ascoltare Boban nel chiamarlo un anno prima. Era la stagione del quinto posto a 10 minuti dalla Champions. Non abbiamo la riprova ma con Ibra sarebbe probabilmente andata diversamente. Ora arriva la Roma, che seppur continui a ottenere risultati, qualche problema latente pare averlo. È una diretta contendente per la Champions e un incontro che, come il derby, può aumentare la consapevolezza nei nostri mezzi.