Trasferta a Bergamo con ricordi amari e dolci. Il 5 a 0 era stato vendicato con la vittoria all’ultima giornata per 2 a 0. Vittoria che era valsa il secondo posto in classifica e il ritorno nell’Europa che conta.
Le premesse erano buone. Un giorno di riposo in meno per i bergamaschi e assenza di Toloi e Gosens. Certo, anche il Milan non è sceso dal pullman al completo. Assente Ibra e Giroud in panchina solo per emergenza.
Pioli ripropone Kjaer a fianco di Tomori e i due saranno tra i migliori in campo.
La diga a centrocampo è composta da Tonali e Kessie, riproposto dopo la brutta presenza in Champions e le voci di mercato. Kessie gioca un buona partita, in crescendo con il passare dei minuti. Tonali è monumentale e nessuno si spiega il motivo della mancata convocazione in Nazionale. Ora, da milanista sono contento che Sandro possa recuperare energie e dedicarsi al team, umanamente mi spiace perché penso tenga alla maglia azzurra. Non sono mai stato un fan di Mancini ma questo è un altro discorso.
La partita si mette subito sui binari giusti. Hernandez imbecca Calabria in verticale che segna il gol più veloce della stagione: una trentina di secondi. Proprio Hernandez che si è molto accentrato è una delle chiavi di volta nella vittoria. I centrocampisti si allargano creando spazi e il francese quando punta fa la differenza.
L’Atalanta con il passare dei minuti si scrolla e gioca come sa fare. Il Milan difende ordinatamente e Maignan si fa trovare pronto. Un paio di ottimi interventi che non fanno rimpiangere Donnaranna e non solo, l’ottimo gioco con i piedi e la velocità di visione me lo fanno proprio piacere. Il Milan colpisce nuovamente allo scadere del primo tempo. Freuler tiene palla da ultimo uomo e Tonali è bravo dapprima a soffiarglielo, poi a concretizzare a tu per tu con Musso. Meglio di così non si potrebbe.
Pioli non cambia nulla nella sua macchina che funziona così bene. In avanti Rebic lotta su ogni pallone, Leao ha strappi straordinari così come Diaz che tiene palla, la recupera e crea sistematicamente superiorità. Il mio amico Walter penso di stia ricredendo sullo spagnolo che ha sempre definito “leggerino”.
Nella ripresa è il Milan a suggellare il vantaggio. Saelemaekers di testa e Calabria con conclusione dal limite sono due delle diverse occasioni da rete. La partita è bella, l’Atalanta prova a riaprirla ma il Milan non ha segni di deconcentrazione. Queste sono le partite chiuse che per un episodio puoi rimettere in piedi. A una dozzina di minuti dal termine Hernandez parte palla al piede dalla propria area, al limite scarica per Leao che toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali. Tre a zero e partita finita.
Il match è corretto anche se “maschio”. Di Bello non arbitra benissimo. Distribuzione dei cartellini discutibile e falli fischiati non sempre con precisione. Messias intercetta un tiro di Zappacosta con il braccio nel tentativo di far da scudo. È sulla linea dell’area di rigore e penalty indiscutibile. Zapata segna. Mancano una decina di minuti. L’Atalanta non molla ma ha poche energie. A un minuto dal termine Zapata recupera palla con un fallo non rilevato su Messias, serve Passaic che porta a due le reti dei bergamaschi. Nessun pericolo per il risultato però non si comprende di come il Var non sia intervenuto. Però ho ancora il trauma da rigore dell’Atletico, questo anche per merito del risultato è nulla.
Ora pausa nazionali, Calabria peraltro raggiungerà il clan di Mancini solo per indisponibilità di Toloi, e poi si riprenderà con la rosa al completo. Il Napoli ha vinto a Firenze facendo capire il disinteresse per l’Europa League. Attenzione però che la “strategia Conte” non sempre funziona…