Domenica il volley italiano ha vissuto una giornata che credo sia unica nella storia del nostro sport, almeno di quelli di squadra: nel giro di poche ore quattro nazionali hanno vinto la finale alla quale erano chiamate. Le più famose sono le ragazza dell’Italia femminile che ha vinto la Nations League, ma sentiremo parlare in futuro anche dei campioni d’Europa Under 18 e under 22 maschili e dell’under 21 femminile che ha vinto il titolo continentale.

Nei giorni scorsi, per bullarmi un po’, ho postato l’immagine di una pagina del 2015 in cui pronosticavo che Giannelli ed Egonu sarebbero stati il futuro azzurro. Non ci voleva Marconi, visto che era il momento in cui i ct del tempo Mauro Berruto e Marco Bonitta avevano chiamato i due fuoriclasse in prima squadra, fregandosene della giovane età. Non ci voleva Marconi, perché i due ct in questione di talenti hanno dimostrato di capirne parecchio. Ma abbiamo visto troppi giovani promettere e non mantenere, diciamo che stavolta mi è andata bene.

In realtà quella pagina è il pretesto per allargare un discorso che in questi giorni ho fatto via whatsapp con lo stesso Bonitta. Senza violare la privacy, Marco mi ha confermato involontariamente che anche quello fu un lavoro di squadra: quel Club Italia che giocò in A1 tra mille dubbi (eufemismo) e tensioni nei rapporti Lega-Fipav fu affidato al giovane Cristiano Lucchi, fresco ex giocatore, mentre una leggenda tecnica come Pupo Dall’Olio (appena tornato in A3 con Mirandola, complimenti) si occupò di dare…ripetizioni a Orro e Malinov. Nello staff c’erano anche Beppe Galli e il preparatore della seniores Maurizio Gardenghi. In quel gruppo c’era anche la Danesi, ai Giochi del 2016 le titolari di Bonitta erano per sei settimi giocatrici nel gruppo di Mazzanti: Orro, Egonu, Danesi, Chirichella, Sylla e De Gennaro.

Ora, io credo che il segreto della ripartenza azzurra sia Davide Mazzanti. Ha corretto i propri errori, ha cambiato le cose che non andavano, soprattutto ha saputo ricreare una compattezza di squadra che in alcuni momenti può fare la differenza. Mazzanti ha ringraziato dopo la vittoria di domenica tutto il suo staff, compresa la new entry Stefano Recine.

Ma la vera ricchezza del movimento pallavolistico italiano sono i suoi allenatori. Marco Mencarelli è un santone del vivaio azzurro per meriti acquisiti sul campo, Luca Pieragnoli ha una storia lunghissima di talenti aiutati a crescere. E ancora prima, lo stesso Bonitta riconosce che il mondiale vinto nel 2002 sia frutto diretto del primo progetto di Club Italia varato da Angiolino Frigoni e Julio Velasco, Velasco che per fortuna è rimasto direttore tecnico delle nostre giovanili, e i cui insegnamenti sono ben presenti in Chicco Blengini e oggi in Fefè De Giorgi.

Ho fatto tanti nomi apposta, sicuramente altrettanti ne ho dimenticati. I successi del nostro volley sono frutto di una cultura del lavoro. E’ di questo, più che delle randellate della Egonu, che secondo me dovremmo andare orgogliosi.