Ancora prima che si verificasse la tragedia di Pioltello, appena salito sul treno e subito dopo esserne sceso, sento come un bisogno di sfogarmi, di liberarmi di un senso di disagio vissuto per i  ritardi, gli inconvenienti, tutto quello che c’è di negativo legato al mio viaggiare quotidiano. Mi piacerebbe trovare una forma per farlo che non sia quella di scambiare riflessioni amare con gli altri pendolari. Sono sempre gli stessi discorsi, forse perché anche i problemi sono quelli di sempre. Gianfranco, Varese 

Al nostro lettore (e affezionato corrispondente da anni) ci sentiamo di offrire solo un piccolo consiglio: tenere un diario. Un diario di bordo. Non mancherà di annotare i disagi quotidiani, i ritardi, i guasti, le soppressioni. Il giorno dopo riguarderà la pagina della giornata che l’ha preceduto e dirà: «Beh, nonostante tutto ce l’ho fatta. E chissà che domani non possa andare meglio». Sarà un atto non di autoterapia (se così vogliamo dire), ma sicuramente liberatorio. E sarà anche una testimonianza significativa, importante, per chi in futuro salirà sullo stesso treno. Non solo.  Le pagine che scriverà potranno essere messe sotto gli occhi di chi governa il traffico ferroviario: «Ecco, noi viaggiamo e viviamo in questo modo. Così ogni giorno. Cosa ne dite?». Il lettore non raccoglierà solo una triste sequenza di guai e disavventure. Sulle pagine del diario si depositeranno anche note piacevoli: una vecchia conoscenza e una nuova fatta durante uno dei tanti viaggi. Le chiacchiere con un amico. Una gioia privata che si è divisa con gli altri. Amicizia, solidarietà, rispetto, educazione: le componenti più belle e genuine della vita pendolare. Capiamo il lettore. ‘Il Giorno’ ha riportato la notizia della lettera ai sindaci dei comuni sulla linea  trafficatissima Varese-Milano. L’ha scritta Raffaele Specchia, del Comitato pendolari dell tratta Gallarate-Milano. La richiesta è che dopo lettere, comunicati, appelli, post sui social, i sindaci possano intervenire a sostegno delle richieste dei pendolari. La lettera contiene un lungo, dettagliatissimo elenco di
ritardi, cancellazioni, mancanza di informazioni, stop imprevisti, tabelloni fuori uso, che si sono accumulati in pochissimi giorni, dal 29 gennaio all’1 febbraio. Oltre a questo viene lamentata la mancata attivazione degli ascensori nelle stazioni di Busto Arsizio, Gazzada, Albizzate, Castronno e Cavaria. Ai sindaci viene chiesto di «sollevare con maggiore fermezza le criticità nei confronti di Rfi (in particolare), di Trenord e Regione Lombardia». Palla ai primi cittadini, allora. Mandata da migliaia di lavoratori e studenti. Con la speranza che sul diario del nostro amico Gianfranco non rimanga una pagina bianca. [email protected]