CONTRORDINE compagni, la guerra non si farà o almeno è rinviata. Lo ha escluso lo stesso Cremlino dopo che Putin aveva sfogato la sua ira per l’abbattimento del cacciabombardiere. Ma Putin prima ancora che essere il presidente russo è un uomo del Kgb (oggi Fsb) e se dice che la farà pagare alla Turchia ci sono buoni motivi per ritenere che la farà pagare. Manca solo di sapere come. I venti di guerra si sono un po’ placati e sta muovendo i primi passi la diplomazia anche perché la stessa Nato si è mostrata cauta di fronte ad una crisi gravissima che si è aperta perché un aereo militare russo che bombardava i terroristi aveva osato entrare per qualche centianaio di metri nello spazio aereo turco. Poi le reazioni hanno aggiunto cautela alla cautela. Tra i turchi e i russi l’opinione pubblica occidentale ha mostrato di fidarsi più dei russi che degli altri. Se non altro per affinità religiose o culturali. Un paese dove stanno crescendo i fondamentalisti e che ammicca all’Isis presta facilmente il fianco all’accusa lanciata da Putin di essere un paese dove è in corso un pericoloso processo di islamizzazione. Così – un capolavoro – il Cremlino è diventato il baluardo della cristianità. Come è sempre stato nei secoli dei secoli. Del resto se si guardano le immagini di Obama e Hollande e si pensa che tra i due il guerriero è Hollande si capisce bene perché Putin sia diventato una certezza. Si dirà che nessuno ha le carte in regola e che la Russia fa la guerra all’Isis ma in realtà aiuta Assad. Perché, non è forse vero che Obama finora è stato più contro Assad che contro l’Isis?

OGNUNO si fa la sua guerra su misura, come sano cinismo insegna. Si dirà che gli interessi economici tra Russia e Turchia sono troppo alti per essere compromessi. Ma si dimentica che qui sono in gioco gli assetti strategici nella polveriera del mondo, il Medio Oriente, e non saranno le bollette del gas che la Russia fa pagare ai turchi a frenare Putin. Ammesso che i missili turchi siano stati lanciati in modo premeditato, hanno centrato l’aereo ma non il bersaglio politico e così Putin può continuare a guidare il gioco.
L’Ucraina è tornata a strillare contro Mosca con sospettabile tempismo. Ma nessuno la sente ormai. Le bombe sull’Isis coprono la sua voce.