Langue il sindaco-mercato a Milano. Pochi e di poco peso i nomi che centrosinistra e centrodestra schierano o propongono (o si propongono) per una delle poltrone più importanti d’Italia. E mancano ormai pochi mesi alla scadenza del mandato di Giuliano Pisapia. Chi ha vissuto la stagione arancione, l’esaltazione della città per la candidatura dell’avvocato, la campagna accesissima del centrodestra per riconfermare Letizia Moratti, non può non avere nostalgia di uno scontro che quattro anni fa, pur con qualche caduta di dubbio gusto, appassionò l’intero Paese. E adesso? Una morta gora, un Naviglio appannato.

Qualche speranza, per non morire di noia da adesso fino al prossimo maggio, l’ha accesa la dichiarazione, poi ritrattata, di Giuliano Pisapia su una possibile sua ricandidatura. Alla quale ha fatto eco un Matteo Salvini possibilista, anche lui però subito rientrato nei ranghi nazionali. Eppure… Come sarebbe bella una sfida tra Pisapia e il segretario della Lega. Due giganti, ognuno a suo modo, diversissimi e portatori di ideologie completamente contrastanti. L’altro Matteo non ci farebbe mancare, comme d’abitude, giornaliere provocazioni, eclatanti dichiarazioni, insomma farebbe la gioia dei giornalisti e dei media, e anche degli elettori. E il sindaco uscente, rispolverando quella forza gentile usata per vincere la scorsa volta, rintuzzerebbe colpo su colpo senza fargliene passare una.

Un sogno certo. Eppure chissà… Ma le alternative? Se, con un Ferruccio de Bortoli che esce indebolito dalla mancata nomina nel cda Rai, in mancanza di altri nomi forti e plausibili da Roma arrivassero pressioni ineludibili su Pisapia perché corra per un secondo mandato, allora il centrodestra potrebbe, dovrebbe puntare sull’unico nome forte in grado di cambiare colore alla città, quello del leghista Salvini.

E la suspence sui risultati elettorali, dopo una campagna di fuochi d’artificio, sarebbe di quelle all’ultimo respiro…