SONO CONVINTO che la magistratura debba essere assolutamente bipartisan e, spesso e volentieri, ho puntato il dito contro una giustizia a orologeria soprattutto quando a essere preso di mira era il solito Berlusconi o qualcuno di Forza Italia. È giusto che i colpevoli paghino, è sbagliato essere giustizialisti a tutti i costi soprattutto se si prende di mira un inquilino del Palazzo e magari di una certa ala dell’edificio. Quando venne arrestato il vicepresidente della Regione, Mario Mantovani, che poi si lamentò pure del sottoscritto, rilevai che la sua immediata carcerazione mi sembrava francamente eccessiva. Senza parlare di accanimento giudiziario, scrissi che forse avevano ragione tutti coloro che, nel caso di Mantovani, sostennero che la prigione a stretto giro di posta poteva essere evitata, con tutto il clamore di contorno (l’abbiamo visto anche martedì con il ritorno in Regione dell’ex vicepresidente). Per gli stessi motivi, confesso di avere oggi qualche perplessità anche sull’arresto del sindaco di Lodi, Simone Uggetti, già braccio destro di Lorenzo Guerini, portavoce del Pd e longa manus di Renzi. È vero, il primo cittadino lodigiano avrebbe pure tentato di cancellare le prove della sua colpevolezza. Ma, nel caso specifico, parliamo della gestione estiva di due piscine comunali. Una turbativa d’asta, soprattutto quando coinvolge un sindaco, merita certo il pugno pesante, ma fino a questo punto? Il dubbio è venuto anche a qualcun altro che ha chiesto l’intervento urgente del Csm. Vedremo, dunque, gli sviluppi della vicenda di Uggetti. In attesa degli eventi, qualcuno ha già ribattezzato il caso la nuova “raspadura” lodigiana: molto meno buona dell’originale. [email protected]