DA QUANDO quattro anni fa spesi più di una parola a favore del vecchio amico Giorgio Squinzi, credo di essermi fatto l’immeritata fama di portare fortuna a chi è in corsa per il vertice della Confindustria. Sarò anche un po’ megalomane, ma il fatto strano è che, nel giro di tre giorni, alla vigilia del “rush” finale, ho avuto contatti con entrambi gli imprenditori ancora in lizza, Alberto Vacchi, bolognese doc, e Vincenzo Boccia, salernitano verace. Una corsa ad ostacoli, la loro, che si risolverà solo domani con il verdetto dell’Eur. Al di là delle dichiarazioni di principio e dei proclami dell’ultima ora sono rimasto colpito soprattutto da una cosa: sia l’uno che l’altro sono sicuri di vincere. E, quel che più mi fa riflettere, pure con lo stesso scarto di voti: Vacchi mi ha detto ieri di essere in vantaggio di 10-12 voti.

È, INCREDIBILMENTE, lo stesso margine, ma a suo favore, che mi ha dato Boccia. Sappiamo tutti che, quando l’elezione è a scrutinio segreto, i colpi di scena sono sempre possibili, ma ho trovato singolare il fatto che tutti e due siano davvero convinti di passare, sia pure con uno scarto ridotto. E, quel che più sorprende, è la constatazione che la sicurezza non è solo tattica (fino all’ultimo bisogna far credere di avere la partita in pugno), ma è realmente basata sulla certezza dei numeri in loro possesso. Qualcuno sta, insomma, facendo ancora il doppio gioco, anche se le posizioni sono abbastanza delineate.

SI SA, ad esempio, che la Lombardia è a favore di Vacchi (pure il bresciano Bonometti, che era in corsa per Viale dell’Astronomia, si è ora schierato per l’imprenditore emiliano), così come la stessa Associazione industriali di Napoli che, a rigor di logica, avrebbe dovuto gravitare sul candidato campano. Il fatto è che Vacchi e Boccia sono, entrambi, due veri cavalli di razza, due ottimi pretendenti al trono sia per l’esperienza accumulata nelle loro aziende, sia per il loro passato confindustriale. Non pretendo, a questo punto, di portare fortuna a tutti e due come successe con mister Mapei nel 2012. Posso solo dire: che vinca il migliore!

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