Lo spettacolo sportivo puro, e quello dell’intervallo che negli Stati Uniti non manca mai, ha di fatto cancellato la brutta figura che la Nfl ha fatto quando nel terzo periodo l’impianto di illuminazione del Superdome di New Orleans ha lasciato al buio la carica del Baltimore Ravens e la voglia di rincorsa del San Francisco 49ers. Già, perchè i Ravens erano in testa 28-6, frutto di un Joe Flacco straordinario e una difesa, guidata dall’ultima interpretazione di Ray Lewis, che aveva messo il silenziatore a un comunque buono Colin Kaepernick, il qb di San Francisco. Alla fine però sono stati i Ravens ad alzare il Vince Lombardi Trophy vincendo 34-31.

Tra le tante storie che solo gli Stati Uniti sanno raccontare in ogni sport, ce n’è una straordinaria, mettendo da parte la sfida nella sfida tra i fratelli Harbaugh. E’ quella di Ray Lewis. Nella partita non ha lasciato l’impronta che avrebbe voluto (comunque sono 7 i tackle messi a segno, niente in confronto ai 17 della semifinale con i Broncos e i 14 della finale AFC contro i Patriots). Ma è la carriera che parla per Lewis. L’arcigno difensore dei Raves ha chiuso la sua carriera come aveva sognato da bambino, vincendo il titolo (il secondo) ecco perchè sul volo che riportava i vincitori a Baltimora ha twittato così: “My last ride.. Up in the clouds… This feeling is so real. We coming home with the crown Baltimore”. Che dire di questo straordinario linebacker nato e cresciuto con i Ravens e con loro diventato una stella indiscussa. Una vita sportiva, e non, dedicata alla squadra nata dalla sospensione’ dei Cleveland Browns. L’infortunio al tricipite pareva aver interrotto la favola anzitempo, ma l’happy end non era stato scritto. Non ancora. Ray Lewis aveva una missione: il secondo titolo suo e dei Ravens. Bersaglio centrato, con merito. Ora forse inizia il periodo più difficile, quello subito dopo una vita vissuta sempre in prima linea, anche se quella dello scrimmage. Forse sarà più dura per i tifosi di Baltimora, abituati dal 1996 a guardare la mischia e scorgere la sagoma rassicurante del numero 52. C’è da scommettere che Ray ha già qualcosa in mente…