VEDI I VIDEO “A quella reginella ridarella…” , “Tiparchetipi” letta da Edoardo Sanguineti , “Se mi stacco da te, mi strappo tutto” , “Mi sono riadattato agli occhiali”Edoardo Sanguineti al Premio Letterario Castelfiorentino 2003, con la “Ballata delle donne” letta dall’autore (da 6:40)

Firenze, 5 aprile 2019 Poeta e scrittore, saggista e intellettuale internazionalmente noto, Edoardo Sanguineti resta figura di spicco della letteratura italiana contemporanea. Storico esponente della neoavanguardia e del Gruppo 63, l’autore ha attraversato il secondo Novecento fornendo dapprima un’ampia e teoricamente sostenuta produzione in versi il cui linguaggio sperimentalistico, commisto e dissolto, registra la crisi dell’ideologia borghese (Laborintus, 1956, Triperuno, 1960, Wirrwarr, 1972). Il poeta si è poi progressivamente rivolto, con esiti originalissimi, a una più affabile e comunicativa poesia impostata su registri ironico-parodici, di genere colloquiale e diaristico ma aperta per questa via a ludici e lucidi paradossi (da Postkarten del 1978 al già compendiario Il gatto lupesco del 2002, a Mikrokosmos del 2006, alle conclusive Varie ed eventuali. Poesie 1995-2010).

Docente universitario, deputato parlamentare eletto nelle liste del PCI nel 1979, autore di opere narrative e per il teatro, traduttore, acuto critico militante e giornalista, Sanguineti ha collaborato nel corso degli anni con artisti (uno per tutti: Enrico Baj), musicisti (Luciano Berio, per il quale ha scritto libretti), registi teatrali e cinematografici (Luca Ronconi, Andrea Liberovici, Ennio De Dominicis).

Tra i suoi numerosi e spesso rilevanti contributi di tipo saggistico si ricordano gli studi dedicati a Dante e a Boccaccio, le indagini di Tra liberty e crepuscolarismo e Ideologia e linguaggio, il saggio monografico Guido Gozzano, l’antologia einuadiana del 1969 Poesia italiana del Novecento, Giornalino, Il chierico organico, Cultura e realtà.

Marco Marchi

La bella sopranella

a quella reginella ridarella, a quella raganella griderella, la bella sopranella
in sottanella, a quella stella bianca, stella nana, unica mia sovrana disumana,
alla sua bianca mano, al piede bianco e stanco, e storto, e morto, a quel suo buco
nero, buco vero, dunque io parlo, e così parlando dico:
                                                                                         felice la tua faccia
di vinaccia, felici le tue braccia di focaccia, principessina di uvaspina,
manducabile inconfutabile, amabile potabile: felice, mia selvaggia, chi ti assaggia,
candeggiante albeggiante, sola, tra due lenzuola: felice il tuo sensibile cannibale,
felice chi ti inghiotte in una notte, chi ti concuoce veloce, e ti digerisce
e smaltisce, e ti chilifica e chimifica: felice chi ti dice, e ti nientifica:

Edoardo Sanguineti

(da Il gatto lupesco. Poesie 1982-2001)

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