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Firenze, 9 novembre 2018 – È il poeta francese Jean-Charles Vegliante il vincitore della XVII edizione del “Premio Internazionale Carlo Betocchi-Città di Firenze”. La cerimonia di premiazione di Jean-Charles Vegliante avrà luogo alla Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi oggi alle ore 17. Vi parteciperà Rosa Maria Di Giorgi. Sono previste letture di Andrea Giuntini e interventi musicali del Duo Serrao-Santangelo. Qui il programma-invito.

Nato a Roma nel 1947, Jean-Charles Vegliante vive a Parigi ed è un poeta francese alla cui produzione in proprio ha costantemente abbinato nel corso della vita una vasta e qualificatissima opera di traduzione di poeti italiani: da Dante ai poeti del Novecento e contemporanei, passando per Leopardi, Belli, Pascoli, D’Annunzio, Ungaretti, Montale, Sereni, Calogero, Pasolini, Fortini, Amelia Rosselli e altri.

Oltre che valido traduttore e intraprendente corifeo della letteratura italiana in Francia, Vegliante è autore di notevoli saggi di critica, teoria letteraria e anche, specificatamente, di teoria della traduzione, con testi (tra cui l’ormai classico D’écrire la traduction”) sul ritmo, la scrittura bilingue, la forma poetica, i fenomeni della “translatio”, le scritture in versi connesse con l’emigrazione. Si è occupato inoltre di narratori come Morselli, Primo Levi e Camilleri. Professore emerito all’Università Sorbonne Nouvelle-Paris 3, Jean-Charles Vegliante ha fondato e dirige tuttora il Centre Interdisciplinaire de Recherche sur la Culture des Échanges (CIRCE).

Un’ampia, esauriente antologia della sua produzione poetica dal titolo “Nel lutto della luce” è apparsa in Italia presso Einaudi nel 2004, tradotta e criticamente prefata da Giovanni Raboni. Più di recente, nel 2016, è uscita, a cura di Felice Piemontese e con prefazione di Maurizio Cucchi, la raccolta “Pensiero del niente” (Edizioni Stampa 2009). Per la sua complessiva attività letteraria è stato conferito a Vegliante nel 2009 il “Premio Giacomo Leopardi”.

Di Jean-Charles Vegliante presentiamo qui, con vero piacere, due sue poesie tratte da “Pensiero del niente” e due poesie di Carlo Betocchi da lui tradotte (i testi in originale si possono ascoltare nei video allegati).

Marco Marchi

Traduire , pas traduire

Je ne veux pas aller où la pluie graisse
un sol stable béni des héros;
des corps criblés filtre un soleil vert
dans le torrent qui retourne sans cesse
ses galets sonores mais nul n’entend,
et mes yeux ne se porteront pas
sur la peine de la nudité,
cette maison ouverte que transpercent
les glaces d’un idiome de distance.
Rien ne monte du fond de la veine
d’eau tapie parmi l’herbe et les pierres,
rien ne parle dans le bat de la langue
glissé entre des voix plus anciennes
si le flux qui t’entraîne s’arrête

Tradurre non tradurre

Non voglio andare dove la pioggia ingrassa
una terra solida benedetta dagli eroi;
un sole verde filtra dai corpi crivellati
nel torrente che incessante rovescia
i suoi ciottoli sonori ma nessuno è in ascolto,
e i miei occhi non si porteranno
sulla pena della nudità,
questa casa aperta che i ghiacci
di un idioma di distanza trapassano.
Niente ne risale dal fondo della vena
d’acqua nascosta tra l’erba e le pietre,
niente parla nel battito della lingua
scivolato tra voci più antiche
se s’arresta il flusso che ti porta via

L’infinito

Pourquoi je ferme les yeux pour te garder,
image plus éphémère que ma vie,
jeune fille, âme à fleur de peau n’attendant
de nous qu’un signal, une reconnaissance?
Dans le compartiment quelqu’un a senti
peut-être un souffle, qui tressaille au léger
doute aussitôt repoussé, d’être vivants,
quand timidement altière tu t’avances
vers un paysage pour nous invisible
prêt comme un grand corps blessé à t’accueillir,
à compenser l’injustice de parents
trop humains – alors que tout en toi se pense
au delà, dans les herbes, la terre heureuse:
dont tu seras, avant que moi défait, mue.

Infinito

Perché chiudo gli occhi per conservarti,
immagine più effimera della mia stessa vita,
fanciulla, anima a fior di pelle, che
attende da noi solo un segnale, un riconoscimento?
Nello scompartimento qualcuno ha sentito
forse un soffio, che trasalisce al dubbio
leggero subito respinto, d’essere vivi,
quando timidamente altera incedi
verso un paesaggio per noi invisibile
pronto ad accoglierti come un grande corpo
ferito, a compensare l’ingiustizia di genitori
troppo umani – mentre in te tutto si pensa
al di là, fra le erbe, la terra felice:
in cui tu sarai, prima di me disfatto, mutata.

Jean-Charles Vegliante

(da “Pensiero del niente”, traduzioni di Felice Piemontese)

Ode des oiseaux

Désirable vie
des oiseaux! Eux,
qui réjouissent les ombreux
recoins du bois de leurs doigts d’or!

J’en vis un, passereau
solitaire et lent
remplumé par le vent
délirer pour une aumône;

et j’entendis le chant modulé
intact, que va perdre
entre le ciel profond et l’herbe
une vertigineuse alouette.

Dans la pieuse nuit se tiennent
les rossignols;
rester avec la lune, seuls,
en ramées que le vent malmène!

Et, où les ondes font
un tranquille lac
habite le vol vague
de certains, charme et illusion.

Brûle l’oiseau phénix
de brûler, et ressurgit
l’oiseau phénix; et nourrit
en soi le cygne un mal qui le mine.

Vivre indéfini
des oiseaux ! Ils sont
chantés dans cette ode, messagers
de la vie que nous vivrons:

quand nous remonterons
par des fleuves d’azur
et célestes murmures
vers le vouloir du ciel.

Ruines 1945

Ce n’est pas vrai qu’ils ont détruit
les maisons, pas vrai:
seul est vrai dans ce mur en ruines
l’avancement du ciel
à pleines mains, à pleine poitrine,
où inconnus rêvèrent,
ou bien, vivant, crurent rêver,
ceux qui ont disparu…
Maintenant c’est à l’ombre brisée
de jouer comme autrefois,
sur les murs, dans l’aube au soleil,
imiter les aléas…
et dans le vide, à l’hirondelle qui passe.

Carlo Betocchi

(da “Realtà vince il sogno”, 1932, e “Notizie”, 1947, traduzioni di Jean-Charles Vegliante)

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