VEDI I VIDEO “Con cuore puro” letta da Luigi Vannucchi , “Con cuore puro” in ungherese , “Attesa”… , … e “Ti benedico” lette ancora da Luigi Vannucchi , “Il dolore”

Firenze, 14 ottobre 2018 – Attila József è uno dei maggiori poeti ungheresi del Novecento, prematuramente scomparso all’età di trentadue anni nel 1937, secondo alcuni a seguito di un tragico incidente, per altri perché suicidatosi. Le sue poesie apparvero in gran parte, edite e inedite, a cura dei suoi compagni di redazione della rivista “La bella parola”, alla cui fondazione il poeta aveva preso attivamente parte.

“József – come ha scritto Luigia Sorrentino – era stato considerato un poeta anarchico e ribelle, poi un poeta militante del partito comunista clandestino, rinnegato dai suoi compagni, e visto come un traditore che aveva rinunciato alla lotta per scegliere ‘La bella parola’. Il movimento operaio e i suoi compagni che lo avevano espulso dal partito, cominciarono a usare la sua opera di poeta come simbolo dell’arte rivoluzionaria, mentre i politici ungheresi degli anni Cinquanta e Sessanta usavano i suoi versi proletari dimenticando il valore letterario della sua opera poetica paragonata da Péter Sarkozy a quella di un Bertold Brecht, Vladimir Majakovskij, o a un Paul Eluard“.

In tempi moderni la poesia di József è stata tradotta e divulgata in Italia principalmente ad opera di Umberto Albini ed Edith Bruck, e poi, in anni a noi più vicini, grazie al poeta italo-ungherese Tomaso Kemeny. Una voce assolutamente da conoscere!

Marco Marchi

Un cuore puro

Non ho padre né madre
né Dio né patria
né culla né sepolcro
né amante né baci.

E’ da tre giorni che non mangio
né troppo né poco,
sono potere i miei vent’anni.

Se nessuno li vuole
se li compri il diavolo,
con cuore puro scardino
servisse, uccido anche l’uomo.

Mi catturino e m’impicchino
con terra benedetta mi coprano
erba mortale cresca
sul mio bellissimo cuore.

(traduzione di Edith Bruck)

Tiszta szivvel

Nincsen apám, se anyám,
se istenem, se hazám,
se bölcsõm, se szemfedõm,
se csókom, se szeretõm.

Harmadnapja nem eszek,
se sokat, se keveset.
Húsz esztendõm hatalom,
húsz esztendõm eladom.

Hogyha nem kell senkinek,
hát az ördög veszi meg.
Tiszta szívvel betörök,
ha kell, embert is ölök.

Elfognak és felkötnek,
áldott földdel elfödnek
s halált hozó fû terem
gyönyörûszép szívemen.

Attila József

(da “Poesie 1922-1937″)

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