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Firenze, 17 febbraio 2021 Ricordando che oggi, 17 febbraio, si celebra la Festa del Gatto.

Perché proprio il 17 febbraio? Direttamente dalla Rete: “La Festa del Gatto ricorre il 17 febbraio ed è nata nel 1990. La giornalista gattofila Claudia Angeletti propose un referendum tra i lettori della rivista “Tuttogatto” per stabilire il giorno da dedicare a questi affascinanti animali spesso bistrattati.

La proposta incitrice fu quella della signora Oriella Del Col che così motivò la sua idea nel proporre questa data che racchiude molteplici significati: 1) febbraio è il mese del segno zodiacale dell’Acquario, ossia degli spiriti liberi ed anticonformisti come quelli dei gatti che non amano sentirsi oppressi da troppe regole; 2) tra i detti popolari febbraio veniva definito “il mese dei gatti e delle streghe” collegando in tal modo gatti e magia; 3) il numero 17, nella nostra tradizione è sempre stato ritenuto un numero portatore di sventura, stessa fama che, in tempi passati, è stata riservata al gatto; 4) la sinistra fama del 17 è determinata dall’anagramma del numero romano che da XVII si trasforma in “VIXI” ovvero “sono vissuto”, di conseguenza “sono morto”. Non così per il gatto che, per leggenda, può affermare di essere vissuto vantando la possibilità di altre vite; 5) il 17 diventa quindi ‘1 vita per 7 volte’!”.

Buono a sapersi! E buon Baudelaire e buona Festa del Gatto a tutti!

Marco Marchi

Il gatto

I

Un bel gatto forte, dolce e vezzoso
passeggia nel mio cervello
come a casa sua.
Si sente appena quando miagola,
per quanto il tono è tenero e discreto;
ma la voce è sempre profonda e ricca,
sia che brontoli o s’acqueti.
Questo il suo incanto e il suo segreto.
Come penetra e filtra questa voce
nell’intimo mio più tenebroso!
Mi riempie come un verso numeroso
e mi rallegra come un filtro!
Che quiete per i mali più crudeli!
Racchiude in sé tutte le estasi!
Non le servono parole
per dire le più lunghe frasi.
L’unico archetto che morde
sul perfetto strumento del mio cuore

e fa cantare più regalmente
la più vibrante corda
è la tua voce, gatto misterioso,
gatto serafico, gatto strano!
Tutto in te, come in un angelo,
è sottile ed armonioso!

II

Che dolce profumo esala da quel pelo
biondo e bruno!
Com’ero tutto profumato
una sera che l’accarezzai
una volta, una soltanto!
E’ lui il mio genio tutelare!
Giudica, governa e ispira
ogni cosa nel suo impero;
 è una fata?
O forse un dio?
Quando i miei occhi, attratti
come da calamita, dolci si volgono
a
quel gatto che amo
e guardo poi in me stesso,
che meraviglia il fuoco
di quelle pallide pupille,
di quei chiari fanali,
di quei viventi opali
che fissi mi contemplano!

(traduzione di Claudio Rendina)

Le chat

I

Dans ma cervelle se promène,
Ainsi qu’en son appartement,
Un beau chat, fort, doux et charmant.
Quand il miaule, on l’entend à peine,

Tant son timbre est tendre et discret ;
Mais que sa voix s’apaise ou gronde,
Elle est toujours riche et profonde.
C’est là son charme et son secret.

Cette voix, qui perle et qui filtre
Dans mon fonds le plus ténébreux,
Me remplit comme un vers nombreux
Et me réjouit comme un philtre.

Elle endort les plus cruels maux
Et contient toutes les extases ;
Pour dire les plus longues phrases,
Elle n’a pas besoin de mots.

Non, il n’est pas d’archet qui morde
Sur mon coeur, parfait instrument,
Et fasse plus royalement
Chanter sa plus vibrante corde
Que ta voix, chat mystérieux,
Chat séraphique, chat étrange,
En qui tout est, comme en un ange,
Aussi subtil qu’harmonieux !

II

De sa fourrure blonde et brune
Sort un parfum si doux, qu’un soir
J’en fus embaumé, pour l’avoir
Caressée une fois, rien qu’une.

C’est l’esprit familier du lieu ;
Il juge, il préside, il inspire
Toutes choses dans son empire ;
Peut-être est-il fée, est-il Dieu ?

Quand mes yeux, vers ce chat que j’aime
Tirés comme par un aimant,
Se retournent docilement
Et que je regarde en moi-même,

Je vois avec étonnement
Le feu de ses prunelles pâles,
Clairs fanaux, vivantes opales,
Qui me contemplent fixement

Charles Baudelaire

(da Les Fleurs du Mal, 1861)

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