Diavolo rosso e torrone bianco. La saga dei Barbero, antica e premiata Torroneria e Cioccolateria in Asti(Lavorazione elettrica a vapore), si incrocia con la leggenda del nonno dell’attuale e omonimo titolare, Giovanni Gerbi, campione del ciclismo eroico a cui Paolo Conte ha dedicato una canzone. E Giovanni Barbero ci mostra, nei fabbricati che hanno inglobato una tessitura e la fabbrica Cicli e Motori Gerbi, i macchinari pionieri del cioccolato, la sua lavorazione antica, i calchi in metallo di gigantesche uova di Pasqua dove la pasta del cioccolato veniva spalmata a mano.

E in un angolo c’è un sacco che rivela come un secolo fa loro comprassero il cacao dai Franceschi, italiani di Venezuela, fazenda Don Juan, la famiglia che ha permesso a Franzoni d isolare il criollo in purezza per Domori a San Josè sull’Orinoco. Tutto parte dalle nocciole di Langa, pistacchi comprati da Aanastasi a Bonte o mandorle, mentre le macchine che la meccanica dolciaria ha
inventato fra Asti e Alba girano (menano) il torrone, albume d’uovo, miele e sciroppo di zucchero, per ore. Vengono aggiunte le mandorle si fa raffeddare l’impasto che viene modelato in panetti e tagliato, finirà in ostie o  ricoperto di cioccolato. Che è uno degli altri punti di forza della D.Barbiero. Vediamo il ciclo completo automatizzato delle uova di Pasqua e i grissimi coperti di cioccolato. “Un vecchio operaio che mi aveva visto nascere e tengo come consulente quando ne ha voglia, vedeva i grissini e diceva che erano troppo piccoli per il prosciutto. Ne ho venduti due milioni”. Il resto è bellissime scatole antiche, meravigliose targhe sul Giro Reclamistico d’Italia prima tappa Asti-Torino. Via Brofferio 84.