Individuata finalmente una terapia in grado di prevenire i fastidiosi gonfiori del volto che accompagnano l’angioedema ereditario. Questa affezione rientra nel capitolo delle malattie rare, ma l’esperienza di guardarsi allo specchio e scorgere una improvvisa tumefazione sul viso, o un rossore, è tanto spiacevole quanto frequente.

Capita a tanti, nel corso della propria esistenza, di ritrovarsi inspiegabilmente un labbro gonfio, una tumefazione sul corpo, una palpebra che si ingrossa senza motivo alterando la fisionomia della faccia nel momento meno opportuno. Istintivamente pensiamo a un’allergia alimentare, un’intolleranza, a volte viene da pensare che sia un’emozione forte a scatenare la crisi, altre volte la manifestazione pare difficile da spiegare. Queste esperienze aiutano a capire quanto sia spiacevole un disturbo del genere per chi ne soffre a ripetizione, praticamente dalla nascita, senza una causa apparente, e non riesce a liberarsene.

In occasione della giornata mondiale dell’angioedema ereditario, che si celebra il 16 maggio, Takeda Italia annuncia la disponibilità del primo anticorpo monoclonale umano (lanadelumab) indicato nella prevenzione degli inconvenienti legati a questi attacchi ricorrenti. Frutto dell’esperienza di Shire, viene somministrato sottocute due volte al mese e ha permesso di ridurre mediamente dell’87% le recidive.

A causare l’angioedema ereditario è il deficit di una proteina normalmente coinvolta nella regolazione del sistema immunitario, e nei meccanismi della coagulazione del sangue, l’inibitore di C1 esterasi. Questo difetto di C1-INH determina un innalzamento dei livelli di bradichinina, la proteina che mette in moto meccanismi legati all’infiammazione: gonfiore, arrossamento, calore e a volte dolore. Lanadelumab inibisce l’attività dell’enzima, la callicreina plasmatica, allo scopo di diminuire la produzione di bradichinina.

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