Più una persona è alta, più è probabile che soffra di vene varicose. I geni che codificano per la statura interferiscono anche con le valvole di contenimento. Si spiega così perché il sangue venoso arriva a fluire più facilmente all’indietro e ristagnare, provocando l’ingrossamento conosciuto come vene varicose.

Scienziati della Stanford University ritengono che le loro ricerche portino in un prossimo futuro a trattamenti mirati ai geni, come alternativa alla chirurgia vascolare. I pazienti sono attualmente costretti a subire interventi chirurgici, con ricovero ospedaliero e anestesia, soluzioni che a volte per giunta recidivano, o in alternativa si sottopongono a sedute laser. Pochi sono informati sulle tecniche alternative di trattamento nell’insufficienza venosa, con iniezioni di schiuma (mousse) sclerosante, nei casi indicati, eseguite in ambulatorio da medici specialisti con esperienza in questo campo.

In passato si credeva che le vene varicose fossero solo un problema estetico, contro cui combattono soprattutto le donne, ma che colpisce anche gli uomini. Il team ha anche identificato 30 geni legati alle vene varicose e una forte correlazione genetica con la trombosi venosa profonda. Le vene varicose sono estroflessioni gonfie e contorte che modellano la superficie della pelle, di solito nelle gambe.

Più di 30 milioni di persone solo negli Stati Uniti soffrono di infiammazioni, flebiti, e sebbene la condizione venga spesso ridotta a questione cosmetica, può causare dolore, fino alla incapacità a camminare, ed è stata collegata a effetti collaterali più gravi come appunto la trombosi venosa profonda, che si verifica quando si forma un coagulo di sangue in una o più vene profonde nel corpo. Oggi sappiamo che possono essere un segnale di rischio anche per embolia polmonare.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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