L’infiammazione nei meandri del cavo orale, la parodontite, riguarda oltre il 50% degli individui e si associa a un rischio elevato di sviluppare la pressione alta. A conferma di questa interconnessione  arriva uno studio sull’ecologia gengivale condotto da Francesco D’Aiuto, professore dell’ UCL Eastman Dental Institute di Londra, appena pubblicato sulla rivista Hypertension.

È emerso che a soffrire di pressione alta era il 14% delle persone con parodontite contro il 7% di quelle del gruppo di controllo, a parità di tutti gli altri fattori di rischio. “Questa evidenza indica che i batteri indovati nei recessi della bocca causano danni alle gengive e inducono anche una risposta infiammatoria sistemica che può favorire lo sviluppo di malattie sistemiche come l’ipertensione”, afferma D’Aiuto. Occhio alla gengiva, dunque.

Il trattamento della parodontite può dunque favorire la prevenzione e il controllo della pressione alta. È questo il cuore di un documento congiunto che sarà stilato dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) e dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nei professionisti di entrambi i campi di intervento e, quindi, di migliorare la gestione dei pazienti con gengiva infiammata.

Affronta l’argomento un editoriale sulla rivista High Blood Pressure & Cardiovascular Prevention a firma tra gli altri di Luca Landi, Presidente SIdP e Nicola Marco Sforza, Presidente Eletto SIdP, come portavoci del Gruppo di Lavoro congiunto su Ipertensione e Parodontite. L’ipertensione colpisce dal 30 al 45 % della popolazione adulta nel mondo, un killer silente che spesso rientra tra le cause principali di morte prematura per infarto e ictus.

La parodontite riguarda 8 milioni di italiani, deriva da uno squilibro batterico nel cavo orale che la risposta immunitaria non riesce a contrastare. L’igiene orale è frutto di un impegno quotidiano da perseguire con i prodotti giusti: spazzolino, dentifricio, scovolino, filo interdentale, collutorio con specifici principi attivi, soluzioni hi-tech (pensiamo solo al marketing salutare introdotto da marchi internazionali quali Unilever, Gsk, Colgate, Sunstar, Procter & Gamble). Ma tutto questo non basta.

Occorre recarsi regolarmente dall’odontoiatra di fiducia, essere periodicamente controllati nello studio dentistico, per la seduta con l’igienista dentale, anche quando pensiamo (sbagliando) di rimandare. Rimuovere la placca batterica è un presupposto base per una bocca in ordine, serve a prevenire l’infiammazione gengivale (spesso causa indiretta di carie, con ipersensibilità nelle terminazioni nervose a ridosso della dentina).

In ultima analisi sono pochi, ma doverosi, gli step che contribuiscono alla prevenzione di tutti quei disturbi che possono determinare la caduta dei denti, l’indebolimento dei legamenti del parodonto (gonfosi alveolo dentali). Altre condizioni anatomiche richiedono invece una consulenza in ortodonzia. Non dimenticare, infine, il guasto legato da un sintomo molto diffuso quale l’alitosi, che va sempre corretto prima che diventi una fastidio ricorrente. Un alito fresco e uno smalto bianco brillante sono presupposti fondamentali per un sorriso smagliante e per avere successo nella vita.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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