Convivere con il tumore ai tempi del coronavirus significa armarsi di pazienza: visite rinviate, timore del contagio, incertezze economiche al centro delle preoccupazioni dei pazienti. Questi sono i crucci principali che affliggono tre milioni e mezzo di italiani con diagnosi di tumore, secondo il sondaggio online realizzato nell’ambito del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. La ricognizione, promossa da 30 sigle del volontariato, intendeva raccontare il punto di vista, l’esperienza e le esigenze dei pazienti oncologici e onco-ematologici dopo la fase più acuta dell’emergenza Covid.

«Tutte le strutture italiane di oncologia hanno riorganizzato il calendario dei controlli sulla base delle priorità – afferma Filippo de Braud, direttore del dipartimento oncologia ematologia della Fondazione Istituto Nazionale Tumori di Milano – noi, come oncologi, abbiamo comunicato che tutto quello che non era urgente e poteva essere posticipato, rappresentava una strategia protettiva nei confronti dei nostri malati per ridurre i rischi di contagio, abbiamo fatto il possibile per tenere gli ospedali meno affollati e dovremo continuare a farlo ancora per parecchi mesi. Nel momento acuto abbiamo interrotto e rimandato le prestazioni differibili. Ma garantiamo a tutti i malati che queste prestazioni verranno fatte».

Il rischio maggiore avvertito dai pazienti in questa situazione di emergenza è la condizione di immunodeficienza (47% delle risposte). Nel 21% delle risposte i pazienti si sentono più esposti al contagio a causa alla mancanza di adeguati percorsi di protezione negli ospedali e nel 18% il rischio maggiormente percepito è il rinvio delle visite di controllo.