
L’oblio oncologico è un problema che ha afflitto per troppo tempo le persone che hanno superato una diagnosi di tumore. Nonostante il loro successo nel sconfiggere la malattia, continuano a essere considerate malate dalla società, subendo discriminazioni in vari ambiti della vita quotidiana. Ma finalmente c’è una luce in fondo al tunnel.
La Camera dei Deputati ha approvato, in prima lettura, la proposta di legge sul diritto all’oblio oncologico, un passaggio fondamentale per la tutela dei diritti di oltre un milione di persone in Italia che hanno vinto la loro battaglia contro il cancro. Questa legge riconosce il loro diritto a togliersi di dosso lo stigma del malato e garantisce un accesso equo, senza discriminanti, in vari settori della vita pubblica, dai servizi bancari all’occupazione, fino all’istituto dell’adozione.
L’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) e la Fondazione AIOM in un comunicato esprimono riconoscimento per l’approvazione di questa normativa. Saverio Cinieri, Presidente AIOM, afferma che la legge colloca l’Italia all’avanguardia in Europa nella protezione delle persone colpite dal cancro. A differenza di altre legislazioni in vigore in altri paesi europei, il disegno di legge italiano abbraccia una visione più ampia del problema, includendo anche disposizioni che riguardano l’accesso al lavoro e alle adozioni.
“In Italia – spiega Giordano Beretta, presidente di Fondazione Aiom, Associazione italiana oncologia medica – tre milioni e 600mila persone vivono dopo una diagnosi di tumore. Oltre un milione di quesi può essere considerato totalmente guarito. Per questo è indispensabile permettere ai pazienti di godere di una vita libera e completa dopo la fine delle cure. Negli ultimi due anni, Fondazione Aiom ha lanciato una campagna informativa, che ha visto la realizzazione della prima guida sul tema, un portale web (dirittoallobliotumori.org), due camminate e una campagna social per promuovere una raccolta firme che ha superato le 107mila adesioni. Dopo dieci anni dal termine delle cure per le neoplasie dell’adulto e dopo cinque anni per quelle dell’età pediatrica, i pazienti possono essere ritenuti guariti a livello clinico e anche per la società”.
“Accogliamo con estrema soddisfazione l’approvazione della proposta di legge sull’oblio oncologico”, ha aggiunto da parte sua Francesco Cognetti, presidente Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi) dopo il recente via libera di Montecitorio al testo unificato. “Siamo a un passo dall’introduzione, anche in Italia, di norme innovative a tutela degli ex pazienti”.
© Riproduzione riservata