Si celebra oggi la Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti indetta dal Ministero della Salute, su indicazione del Centro Nazionale Trapianti (CNT) e delle organizzazioni di volontariato, con Aido a fare da apripista. “I pazienti in lista d’attesa sono ancora troppi – ha dichiarato il direttore del Centro nazionale trapianti, Massimo Cardillo – purtroppo la percentuale di chi si oppone al prelievo supera ancora il 30%, e diventa sempre più urgente diffondere una corretta informazione: questo l’obiettivo della nuova campagna ‘Donare è una scelta naturale’ che stiamo lanciando in questi giorni”. Tra gli obiettivi dichiarati quest’anno figura quello di informare la popolazione tra i 18 e i 35 anni sulle modalità di iscrizione al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo IBMDR.

Abbattere le liste d’attesa
L’attesa di un intervento salvavita può superare i due anni, talvolta l’organo arriva troppo tardi, non tutti hanno la fortuna di incrociare la generosità di un samaritano, o le ultime volontà di un donatore deceduto. Le lista d’attesa vengono coordinate dal Sistema informativo trapianti secondo indici di priorità consultabili e trasparenti. Purtroppo a questi disagi si sommano le difficoltà legate al Covid-19, che ha ulteriormente complicato la gestione del calendario di queste operazioni, estremamente complesse, del resto tutta la chirurgia è in sofferenza (anche ernie, cisti, laparocele, prolassi vengono spesso e malvolentieri rinviati causa pandemia).

Organi e apparati
Gli ultimi rilevamenti dicono che sono 8.291 le persone che aspettano la fatidica telefonata, con la valigia in mano, pronti a correre in ospedale per un trapianto salvavita. Di questi, il 72,5% (6.132) aspetta un rene, il 12,7% (1.076) un fegato, il 7,9% (670) un nuovo cuore. Inferiori i numeri di chi ha bisogno di un trapianto di polmone (3,8%, 320 pazienti) e pancreas (3%, 252 pazienti), mentre sono in 5 con indicazione al trapianto di intestino.

Complicanze inevitabili
Sono 164 i pazienti che aspettano un trapianto multiorgano iscritti in più liste. Il 15,5% dei soggetti in lista d’attesa (1.287 persone) ha già ricevuto una prima donazione, ed è in attesa di un secondo trapianto perché dopo l’intervento (può succedere) si sono verificate reazioni di rigetto, oppure l’organo non ha ripreso la piena funzionalità sperata: nella quasi totalità dei casi (97,5%) si tratta di rene, ma ci sono anche 5 pazienti che hanno bisogno di un secondo trapianto di cuore e 13 di un altro fegato. Le complicanze che portano al fallimento del trapianto possono essere precoci (danno da ischemia, riperfusione), immunologiche (rigetto) e tardive (ad esempio infezioni collegate alle procedure).

Fegato e cirrosi
Le patologie che conducono più frequentemente al trapianto di fegato sono quelle che provocano cirrosi e insufficenza epatica, spesso in conseguenza di infezioni virali croniche (epatite cronica da virus HCV, epatite B), per prolungato abuso di alcol, per malattie congenite e affezioni delle vie biliari, l’indicazione al trapianto arriva in maggioranza per l’epatocarcinoma (tumore) associato a cirrosi.

Insufficienza renale
Le cause dell’insufficienza renale che portano al trapianto di rene possono essere varie come ad esempio: diabete, ipertensione, glomerulonefrite cronica, nefrite interstiziale, rene policistico, ostruzione prolungata a livello delle vie urinarie, reflusso vescico-ureterale. Nel percorso di cura indicato nei pazienti già dializzati o da mettere in dialisi (cosiddetto pre-emptive) molte sono le fasi critiche: dal pre-trapianto, con attenta valutazione dell’idoneità a ricevere l’organo e inserimento in lista d’attesa, alla fase post trapianto e follow-up, nella quale si monitora l’esito dell’intervento.

Polmone e pancreas
Infine, la fibrosi cistica, e in seconda battuta la fibrosi polmonare idiopatica (interstiziopatia) sono le due patologie dell’apparato respiratorio che in casi selezionati possono ricevere una indicazione al trapianto di polmone, mentre circa la metà di chi attende un pancreas, riferisce un comunicato del Cnt, è affetto da diabete mellito di tipo I, la forma giovanile. In altri termini il trapianto rappresenta una terapia fondamentale per molte gravi condizioni.

Costi e benefici del trapianto
Un’indagine Censis sul trapianto di rene in Italia, citata dal Centro Studi Motore Sanità in occasione di un evento promosso con Astellas a Roma (Montecitorio), ha calcolato che il costo medio complessivo stimato per ciascun paziente trapiantato ammonta a 95.247 euro, di cui 52.543 per costi vivi dell’intervento e della degenza. Preservare il percorso di cura è essenziale, il trapianto è un investimento sulla persona sostenuto dalla collettività. I dati sulla sopravvivenza dei trapiantati pongono l’Italia ai primi posti in Europa, la rete trapianti si impegna costantemente ad aggiornare le soluzioni condivise per conciliare appropriatezza delle terapie, sostenibilità dei sistemi regionali e benefici in termini di anni di salute guadagnati.

Regioni a confronto
In termini assoluti, come numeri, è la Lombardia la regione con più residenti iscritti negli elenchi in attesa di trapianto d’organo (1.272), mentre il Molise è la regione con la più alta incidenza di persone in attesa di trapianto in rapporto al numero dei residenti, con un indice di 23,6 pazienti ogni 100mila abitanti, quasi il doppio della media nazionale (13,7). Seguono la Puglia (17,8/100mila), la Liguria (17,2), il Lazio (15,8) e la Sicilia (15,7).  Una minore prevalenza di pazienti in lista c’è in Trentino Alto Adige (6,8 persone in lista ogni 100mila abitanti), in Sardegna (9,8), nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia (11,3).

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

 

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