Nato come antidiabetico e approvato con questa indicazione dall’FDA statunitense, si è ora conquistato un ruolo di primo piano come promessa delle terapie per l’obesità grave insieme ai suoi colleghi liraglutide e semaglutide (agonisti del recettore per il GLP1) più note come incretine. E’ il tirzepatide, che rispetto alle altre molecole, frutto della ricerca scientifica più evoluta, è agonista anche del GIP (il Gastric Inhibitory Peptide, prodotto dalle cellule K del duodeno), e agisce su due meccanismi di azione paralleli.

 

Endocrinologia e metabolismo

Lo studio che incorona tirzepatide di Eli Lilly come farmaco ideale per l’obesità è il SURMOUNT-1, pubblicato sul New England Journal of Medicine, e le sue caratteristiche sono state presentate nel corso di una relazione al Clinical update in endocrinologia e metabolismo (CUEM) di Torino.

 

Riduzione di massa corporea

“Le peculiarità di tirzepatide sono molteplici e promettenti” spiega Ezio  Ghigo, ordinario di endocrinologia all’Università di Torino e coordinatore, con Andrea Giustina, del CUEM, “nello studio sono stati analizzati i risultati di un ampio trial su 2539 adulti con BMI medio di 38 e peso medio di 104,8 kg. I partecipanti sono stati divisi in 4 gruppi randomizzati, tre con un dosaggio di 5, 10 o 15mg e un placebo a cui è stata associato un intervento sullo stile di vita con pasti sani ed equilibrati e un deficit di 500 calorie al giorno. I risultati a 72 settimane miravano a valutare la variazione di peso rispetto al basale e l’esistenza di una percentuale di peso perso del 5% o più”.

 

Girovita, pressione e insulina

I risultati sono quindi stati superiori alle aspettative: i pazienti hanno avuto una perdita di peso media del 15% a 72 settimane dall’inizio del trattamento con una dose settimanale da 5 mg, del 19,5% in quelli nel gruppo della dose a 10 mg e del 20,9% in quelli assegnati al gruppo da 15 mg. Mentre il gruppo assegnato al placebo aveva apprezzato un calo di peso di uno scarno 3,1%. Non solo, la molecola ha mostrato di migliorare tutte le misure cardio metaboliche all’osservazione dei ricercatori. Gli effetti collaterali gastrointestinali sono stati lievi o moderati e si sono verificati nella fase di aumento della dose. Benefici sono stati osservati anche sulla misura della circonferenza vita, diminuzione della pressione sanguigna, dei livelli di insulina a digiuno e lipidi. Al termine del trial il 95,3% dei partecipanti aveva un livello normale di glicemia (contro il 61% dei soggetti assegnati al gruppo placebo). L’azione di tirzepatide su GIP e GPL-1 consente quindi una maggiore riduzione di peso grazie all’effetto sinergico sui due recettori, rispetto alle molecole che hanno come target unico il recettore GPL-1.

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