Inizia la Settimana Mondiale della Tiroide, una ghiandola endocrina fondamentale per il metabolismo energetico, la psiche, il cuore e la sfera sessuale. Quante volte sentiamo dire che hanno trovato noduli tiroidei a qualcuno, durante una normale ecografia. La salute della tiroide riguarda tutti, senza eccezioni, va controllata periodicamente e merita una corretta prevenzione, anche senza arrivare all’ultimo momento a scoprire il collo ingrossato, cosiddetto gozzo, e quella espressione allarmata con gli occhi sporgenti, relativamente rara, nota come esoftalmo. La tiroide può funzionare troppo, ma anche ammalarsi silenziosamente, oppure ancora rallentare, perdere colpi, ed è ugualmente da seguire senza esitare.

Quest’anno gli endocrinologi italiani affiliati alla Società Europea di Endocrinologia hanno deciso di concentrare l’attenzione della popolazione in particolare sulle forme sub-cliniche, ossia quelle in cui i valori presentano alterazioni lievi, che per questo devono essere tenute sotto controllo senza mai trascurarle.

SPECIALISTI ENDOCRINOLOGIA – Anche livelli ormonali quasi normali possono dare disturbi. “Per monitorare le forme sub-cliniche è necessaria una sensibilità particolare anche perché nel 5% per cento dei casi sono destinati a trasformarsi in ipotiroidismo entro un anno. Segnali che spesso vengono ignorati anche perché c’è divergenza di vedute sulle opportunità di trattamento”, ha scritto il Professor Andrea Giustina, Presidente della Società Europea di Endocrinologia. Alterazioni ai limiti della norma si riscontrano nel 5-10% della popolazione.

CUORE ORGANO BERSAGLIO – Il cuore è un bersaglio tipico delle alterazioni tiroidee: un eccesso di ormoni determina un aumento del ritmo cardiaco, ed è oggi riconosciuto come fattore di rischio per la fibrillazione atriale, che predispone all’ictus. I soggetti con ipertensione, arterie ostruite e ipertiroidismo sono a maggior rischio di angina, mentre uno studio di Harvard Medical School su 15mila soggetti, condotto al Brigham and Women’s Hospital di Boston, ha messo in relazione la prognosi nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia che mostrano quadri di ipotiroidismo, nelle forme subcliniche. Un recente studio dell’Università della Pennsylvania pubblicato su Circulation ha mostrato che l’insufficienza cardiaca peggiora anche in presenza di ipotiroidismo sub-clinico e sindrome del T3 basso.

TEST PUNTUALI. Già nel 2013, l’American Heart Association ha emanato delle linee guida che raccomandavano che i medici testassero i livelli dell’ormone tiroideo in tutti i pazienti con insufficienza cardiaca. E in accordo con le indicazioni europee, la terapia sostitutiva nella popolazione adulta con età inferiore ai 65- 70 anni è sempre indicata quando il TSH è pari a 10 mU/l, anche in assenza di sintomi. Mentre nei soggetti più giovani è consigliato il monitoraggio dei valori ogni sei mesi, in ogni caso per le valutazioni sulla condotta attenersi alle indicazioni del medico specialista.

SFERA FEMMINILE – Attenzione anche al ruolo della tiroide nella fertilità femminile, spesso sottovalutato. Questo porta talvolta a un allungamento dei tempi della diagnosi di ipotiroidismo e a ricorrere a tecniche di fecondazione assistita che non sarebbero necessarie. I diversi disturbi tiroidei interessano una donna su dieci ma il 60% non è consapevole di avere un problema e quindi non riceve un trattamento adeguato” ha scritto la Dottoressa Anna Maria Formenti Specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università Vita e Salute San Raffaele che aggiunge come una tiroide che funziona poco può aumentare il rischio di aborto. Il ruolo della ghiandola nella fisiologia della riproduzione è ancora poco noto nonostante regoli il ciclo mestruale, influisca sull’ovulazione e sui livelli di progesterone che aumentano il rischio di interruzione spontanea della gravidanza.

DISTURBI DELL’UMORE – L’endocrinologo ha un ruolo anche quando sono presenti disturbi dell’umore, abbastanza tipici in chi ha problemi tiroidei. “Uno studio italiano aveva quantificato nel 63,5% la prevalenza di sintomi depressivi nei pazienti con ipotiroidismo e osservato che la terapia sostitutiva non sempre è sufficiente a ottenere una totale remissione dei disturbi dell’umore. Disforia, irritabilità, labilità emotiva e compromissione della concentrazione costituiscono i classici sintomi neuropsichiatrici che si verificano nell’ipertiroidismo o nella tireotossicosi. Tuttavia, i pazienti anziani possono presentarsi in uno stato che imita un disturbo depressivo con apatia, letargia e pseudodemenza.

ANSIA E PANICO. Disturbi d’ansia sono stati riscontrati in circa il 60% dei pazienti ipertiroidei, mentre i disturbi depressivi si sono verificati nel 31-69%” afferma il Professor Giustina. “Amo la mia tiroide”, lo slogan della Settimana della Tiroide, che gli endocrinologi italiani affiliati alla Società Europea di Endocrinologia hanno scelto di sostenere, è l’invito per la popolazione a riconoscere i sintomi di ipo e ipertiroidismo, a conoscere la storia sanitaria della propria famiglia e a sottoporsi a controlli per ricevere una eventuale terapia correttiva. La salute della piccola ghiandola a forma di farfalla che si trova alla base del collo infatti è fondamentale per evitare conseguenze su numerosi organi e apparati ed essere protetti dal rischio di osteoporosi, disturbi cognitivi, aumento dei livelli di colesterolo, malattie cardiovascolari, infertilità.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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