La prevalenza della steatosi epatica non alcolica, la NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease), è in aumento in tutto il mondo. Obesità, invecchiamento, diabete, alimenti raffinati infarciti di acidi grassi saturi, fruttosio e altri zuccheri industriali sono le cause principali, avvertono gli esperti delle società scientifiche competenti sul tema. Da questa constatazione, si legge in un comunicato, è scaturita la collaborazione tra AISF – Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, SID – Società Italiana di Diabetologia e SIO – Società Italiana dell’Obesità, che ha portato a redigere nuove linee guida, ora consultabili sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

Algoritmi

“Abbiamo definito degli algoritmi – ha scritto Salvatore Petta, professore associato di gastroenterologia presso l’Università di Palermo – che permettono di identificare i pazienti a rischio da mandare dallo specialista. Ci siamo soffermati anche sulla terapia: l’approccio più efficace, ma difficile da implementare, consiste nella correzione dello stile di vita, visto che il 7-10% di calo ponderale è in grado di portare una regressione del danno epatico. La NAFLD, infatti, è causata da alterazioni metaboliche: l’obesità, il diabete, un cattivo stile di vita in termini di sedentarietà, una dieta povera in termini di acidi grassi polinsaturi, in fibre, in vitamine e ricca in acidi grassi saturi, carni processate, fruttosio industriale usato per soft drink e salse. Intervenire, già preventivamente, su questi aspetti porterebbe sicuro beneficio alla salute del fegato”.

 

Fibroscan

La malattia da fegato grasso può anche rimanere a lungo latente. “Per identificare i soggetti senza sintomi abbiamo proposto alcuni algoritmi molto semplici con cui applicare dei punteggi sulla base dei valori di transaminasi, età, piastrine – ha scritto Alessio Aghemo, Segretario AISF – In base a questi parametri si può stabilire chi debba essere sottoposto a un controllo con fibroscan, chi a visita specialistica, chi possa proseguire con il controllo del medico di famiglia. Nella casistica di due centri milanesi, Humanitas e San Giuseppe, abbiamo notato che un paziente su due ha valori inferiori al livello di rischio: è la dimostrazione della scarsa consapevolezza ancora presente sul territorio. Nei prossimi due anni avremo farmaci in grado di agire direttamente sul fegato grasso: alcuni agiscono sui meccanismi che causano il diabete e migliorano la sensibilità all’insulina; altri aiutano a perdere peso, riducendo la quantità di grasso all’interno del fegato. Tra le terapie oggi efficaci figura la chirurgia bariatrica, ma non può essere adatta a tutti”.

 

Cirrosi

La steatosi epatica interessa almeno un quarto della popolazione generale e più della metà dei soggetti obesi o diabetici. Provoca complicanze che si riflettono in un incremento nel numero di casi di epatocarcinoma (tumore del fegato) e di cirrosi epatica, con aumento parallelo nel numero di trapianti d’organo che si rendono via via necessari.