La lombalgia infiammatoria, primo sintomo delle spondiloartriti, spesso viene sottovalutata, scambiata per un comune mal di schiena meccanico, e la diagnosi arriva, a volte, quando la colonna è ormai irrigidita: a quel punto le terapie sono molto meno efficaci. Oggi però è possibile lenire il dolore e fermare l’evoluzione verso la disabilità grazie a un antagonista di interleuchina 17 (Ixekizumab) efficace nella spondilite anchilosante, e nella forma assiale senza corrispettivo radiografico. Si ferma così la progressione verso la disabilità, come si è osservato nel 60% dei pazienti trattati, giunti al controllo dopo 3 anni dall’avvio della terapia.

 

Articolazioni anchilosate

Dati incoraggianti, in termini di efficacia e sicurezza sono stati presentati al congresso europeo di reumatologia (EULAR) per quanto riguarda il trattamento, in grado di preservare l’integrità della spina dorsale, che altrimenti si ingessa, per così dire, in seguito allo sviluppo di sindesmofiti, ponti ossei tra due vertebre, che vengono come cementate tra loro, con progressiva perdita di mobilità della della colonna vertebrale. La terapia con Ixekizumab funziona bene anche nel lungo termine, come si è visto dopo 3 anni di follow-up, toglie il dolore e migliora la qualità della vita dei pazienti, che si stima siano 200mila in Italia.

 

Reumatologia e immunologia

“I dati sullo studio Coast confermano l’efficacia di questa cura, peraltro già ampiamente utilizzata per il trattamento di altre patologie infiammatorie croniche quali la psoriasi e l’artrite psoriasica, e conosciuta per il buon profilo di sicurezza”, ha scritto Carlo Selmi, responsabile della Reumatologia e Immunologia clinica all’ Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e professore di Humanitas University. Secondo quanto emerso dal congresso Eular, il 60% dei 932 pazienti che avevano ricevuto almeno una dose di ixekizumab ha completato i 3 anni di followup della terapia. Anche nella scala di misurazione dei sintomi (ASAS), tra cui il dolore, si sono osservati sensibili miglioramenti: il 68% dei pazienti ha avuto una riduzione di almeno il 40% dei sintomi di malattia per tutti i tre anni di durata dell’osservazione. Tutto questo con il buon profilo di sicurezza, in linea con i periodi di osservazione precedenti.

 

Anticorpo monoclonale

Ixekizumab è un anticorpo monoclonale che si lega selettivamente alla citochina interleuchina 17A (IL-17A) e inibisce la sua interazione con il recettore IL-17. IL-17A è una citochina naturale coinvolta nelle normali risposte infiammatorie e immunitarie.