Un milione e mezzo di italiani hanno provato lo Shiatsu, 600 mila di questi ne ricavano benefici con continuità. Tra le varie discipline del benessere questa è la soluzione antistress per eccellenza. Da queste premesse prende il via la Settimana nazionale organizzata dalla FISieo (Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori) in programma in tutta Italia dal 18 al 25 settembre. L’edizione 2019 è dedicata alla longevità. In questa ottica viene valorizzato anche il lavoro che gli operatori portano avanti con i malati affetti da disturbi cognitivi e calo della memoria. Si celebra infatti il 21 settembre la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer Disease International.

Tra le applicazioni citiamo lo shiatsu contro il burnout (progetti ad Ancona e Milano), e nei disturbi della condotta alimentare (Bologna). Viene proposto anche nell’infanzia, nell’adolescenza (Padova), negli hospice come cura palliativa, per intercettare le correnti energetiche corporee. Radicato nella cultura dell’Estremo Oriente, lo shiatsu ha codificato in Giappone i principi basilari. Ogni trattamento viene praticato in una condizione di calma e di silenzio: l’operatore intraprende con il ricevente un dialogo non verbale, affidato unicamente alle mani, che si esplica a livelli profondi e sviluppa il linguaggio del corpo.

La staticità, unita alla lentezza di esecuzione permette di fare leva sulla psiche, contattando il livello cosciente più profondo dell’individuo. Un’altra caratteristica della manipolazione consiste nell’essere eseguita senza sforzo muscolare, impiegando il peso del corpo di chi opera e applicandolo sempre perpendicolarmente. La forza e la potenza di questa pressione deriva dalla centratura dell’operatore in Hara, una regione sotto l’ombelico tenuta in grande considerazione dagli Orientali, e che costituisce per definizione il baricentro fisico energetico individuale.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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