Gli italiani vedono di buon occhio la sanità digitale e i relativi vantaggi in medicina e chirurgia, ma temono intrusioni nella sfera della privacy. Sono anche aperti all’innovazione, ma resistono alla tentazione di fare autodiagnosi, e si rivolgono con fiducia al medico, per così dire, in carne e ossa. È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare, che ha effettuato un’indagine sulla propensione all’utilizzo della rete e della tecnologia nella gestione del benessere psicofisico. E così scopriamo che il 55% degli intervistati si dice propenso a utilizzare i dispositivi indossabili, come braccialetti e orologi smart, che possono registrare i battiti del cuore o i chilometri percorsi a piedi. Di questi amici della tecnologia indossabile, il 47% la utilizzerebbe per monitorare i parametri vitali e fisici (come ad esempio pressione e frequenza cardiaca) anche a scopo preventivo. Per il 37%, invece, la loro utilità risiede nel supportare lo svolgimento di un’attività fisica corretta e quindi di contrastare la sedentarietà, mentre il 27% li userebbe come promemoria per l’assunzione di farmaci.

Tra i servizi ritenuti più utili, la possibilità di prenotare esami e visite specialistiche online (59%). Seguono la possibilità di consultare referti medici e altri documenti clinici direttamente dal proprio pc o smartphone (48%) e, per una quota analoga, quella di comunicare con i medici. Un’attenzione particolare viene riposta anche sulla telemedicina (47%), considerata un valido supporto soprattutto in caso di familiari non autosufficienti. Il vantaggio maggiore? Per il 52% la comodità, intesa soprattutto come risparmio di tempo per semplificare le procedure che la burocrazia del sistema sanitario ha prodotto in questi anni. Solo una persona su cinque lamenta l’assenza del contatto personale con professionisti e addetti in grado di dare istruzioni o risolvere problemi specifici. Di una cosa siamo certi, la tecnologia viene incontro ai bisogni di salute, ma non sostituisce il rapporto medico paziente, che resta al centro del sistema.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute