Un team americano della McCormick School of Engineering, Northwestern University, a Evanston, Illinois, si è divertito a collaborare con gli strizzacervelli per realizzare un sondaggio su un campione di oltre un milione e mezzo di soggetti intervistati. Ingegneria e psicologia. Questi infatti hanno profilato cinque tratti caratteriali e propongono una loro originale classificazione descrivendo quattro tipologie di personalità prevalenti: average, reserved, self-centered, role model.

La mania di inquadrare è un esercizio frequentato sin dall’antichità, ma le categorie a seconda di come vengono lette hanno poco senso se si esclude il contesto. Spesso poi la stessa persona cambia nel corso della sua esistenza, sulla base di esperienze, di fatti casuali che gli accadono, oppure perché cambiano gli equilibri ormonali, le influenze esterne.

“Comunque sia, dai dati si riscontrano densità più elevate per alcuni tipi di personalità”, ha dichiarato William Revelle, professore di psicologia negli Usa. Lo studio cui si riferisce appare sulle pagine di Nature Human Behaviour.

I risultati della ricerca potrebbero avere applicazioni sconfinate, dagli uffici di selezione del personale alle agenzie per cuori solitari, dai social media alle scuole. Gli studi coinvolgono i centri di salute mentale, ma possono interessare anche le imprese specializzate nelle ricerche di mercato, i sondaggisti della politica, passando attraverso l’editoria e lo show business.

Le persone sono attratte dall’idea di conoscere le proprie inclinazioni, scovare debolezze, punti di forza, nella speranza di migliorare le relazioni sociali, fare nuove amicizie, trovare il vero amore, avere successo negli studi e fiuto negli affari, riuscire al meglio nella vita.

Si cambia anche per effetto delle mode, dei momenti storici, in conseguenza delle mutevoli condizioni economiche o sociali, delle personali vicissitudini, anche gli sconvolgimenti climatici influenzano i comportamenti. In linea di massima, le persone anziane tendono a essere più riflessive, i giovani sono più egocentrici.

Sul web pullulano siti che ci mostrano i profili con le diverse classificazioni. C’è chi distingue invidiosi (arrivisti), ottimisti (altruisti), pessimisti (depressi), fiduciosi (iperattivi). Altri autori separano leader, gregari, cani sciolti e abitudinari. Molti si rifanno a Jung, altri citano l’enneagramma e le discipline orientali, la teoria dei quattro temperamenti, l’indicatore Myers-Briggs, e avanti di questo passo.

Potremmo citare in conclusione i profili che emergono dal Minnesota o le proiezioni ottenute con il test di Rorschach, spaziare da Ippocrate a Lombroso, da Freud ai giorni nostri. L’importante, in questo caleidoscopio intellettuale, è anche capire il momento in cui una persona sana eventualmente inciampa e si ammala: in quel momento può trovare un’offerta di aiuto nell’ambulatorio di salute mentale, ma ha bisogno anche di relazioni con persone care che sappiano consigliare, comprendere e amare. Gratuitamente.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute