Uno dei tumori più frequenti nel maschio, il cancro della prostata, viene spesso diagnosticato attraverso lo screening precoce (dosaggio del PSA e altri accertamenti quali l’esame obiettivo, l’ecografia prostatica, la biopsia ecoguidata e la risonanza magnetica multiparametrica). Nelle fasi iniziali, il tumore è di solito asintomatico, ma nelle fasi più avanzate può provocare dolore a livello della pelvi e del rachide a causa della sua diffusione al tessuto osseo. La sintomatologia urinaria può essere causata dalla presenza di ipertrofia prostatica.
Sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine i risultati dello studio di Fase III EMBARK che ha valutato l’efficacia di enzalutamide più leuprolide, e di enzalutamide in monoterapia, in pazienti con cancro della prostata non metastatico ormono-sensibile, con recidiva biochimica ad alto rischio.
I risultati presentati in aprile all’ American Urological Association Annual Meeting hanno dimostrato che il trattamento con enzalutamide più leuprolide ha ridotto in modo significativo il rischio di metastasi del 57.6% rispetto al placebo. Questa pubblicazione nel New England Journal of Medicine approfondisce dati di efficacia già presentati.
Fulvio Berardo, amministratore delegato di Astellas Pharma Italia, ha scritto che negli ultimi dieci anni l’azienda e i suoi partner hanno investito in modo significativo nello sviluppo clinico di enzalutamide per il trattamento del cancro della prostata. Oggi come oggi la molecola è disponibile in oltre 90 nazioni, per diverse indicazioni, e questo studio in particolare riconosce il ruolo che enzalutamide può svolgere nelle fasi precoci della malattia, raggiungendo un maggior numero di soggetti da trattare.
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