L’interno delle case è il regno della polvere. Spalancare le finestre per ventilare e lasciare entrare la luce del Sole, come facevano i nostri nonni nelle tiepide giornate autunnali, è una misura igienica sempre valida, confermata da una ricerca Usa. Le abitazioni andrebbero progettate in modo da consentire ai raggi solari, che sono un antisettico naturale,  di svolgere una azione disinfettante nell’aria indoor, oltre a dare luminosità e calore all’ambiente domestico, a costo zero.

Purtroppo a volte siamo costretti a soggiornare all’interno di ambienti senza vetrate, o dove le finestre sono sempre chiuse. Su queste premesse si è svolto uno studio che valuta gli effetti dell’esposizione alla luce solare a carico del microbioma della polvere. Di solito si pensa al microbiota intestinale (con la t di Torino) come a una popolazione di batteri residenti nell’apparato digerente, mentre parliamo di microbioma (con la m di Milano) riferendoci alla complessa varietà genetica degli stessi microorganismi. Analogamente a quanto avviene nell’intestino, si può parlare di microbioma della polvere nell’aria, riferendoci alla varietà genetica dei batteri che popolano l’aria all’interno delle abitazioni, e misurare le modificazioni di queste colonie di germi dopo esposizione alla luce.

Ed è così che il Sole che attraversa le finestre può uccidere i batteri che vivono nella polvere. Uno studio pubblicato sulla rivista Microbiome da ricercatori dell’Università dell’Oregon ha appurato che, nelle stanze che restano chiuse al buio, il 12% dei batteri dispersi nell’aria sono in grado di moltiplicarsi. Nelle stanze esposte ai raggi solari solo il 6,8% dei batteri risultano vitali, una carica praticamente dimezzata. Ashkaan K. Fahimipour, primo autore della ricerca, ha rimarcato che gli esseri umani trascorrono la maggior parte del loro tempo all’interno di ambienti chiusi, dove avviene l’esposizione a particelle di polvere che trasportano una grande varietà di batteri, compresi gli agenti patogeni che possono farci ammalare. Pertanto, è importante capire in che modo gli edifici al cui interno soggiorniamo influenzano gli ecosistemi delle polveri, e come questo incide nella nostra salute.

La polvere indoor sospesa nell’aria all’interno di ambienti domestici contiene organismi responsabili di malattie respiratorie. Se la primavera è la stagione delle allergie per definizione, anche l’autunno può riservare brutte sorprese. Per quanto la casa rappresenti un rifugio sicuro nel quale ritirarsi, tanto più quando fuori piove e comincia a far freddo, purtroppo l’umidità, gli ambienti chiusi e meno arieggiati, insieme alla polvere, possono scatenare, nei soggetti predisposti, una reazione allergica improvvisa con riniti, congiuntiviti fino a veri e propri attacchi d’asma che, soprattutto nei più piccoli, è bene non sottovalutare, perché come tutte le allergie possono peggiorare se non vengono affrontate adeguatamente.

Gli acari, come si sa, pullulano nei luoghi dove si accumula la polvere che fornisce loro nutrimento e riparo. Invisibili all’occhio umano, sono piccoli “parenti” dei ragni e si annidano nei tappeti, nei materassi, nei divani e nei cuscini, riproducendosi velocemente. Sono responsabili del 70 per centro dei fenomeni asmatici e delle riniti allergiche in età pediatrica. Per difenderci da queste insidie occorre bonificare gli ambienti, fare prevenzione, e ricorrere se necessario ai farmaci di automedicazione, al bisogno: antistaminici, spray antiallergici, collirio.

In autunno, con le finestre chiuse e i termosifoni accesi, la casa si trasforma. Per prevenire le allergie agli acari è fondamentale la bonifica ambientale. Ecco i consigli di Assosalute per prevenire l’inquinamento indoor. Pulire i caloriferi prima dell’accensione del riscaldamento. Pulire i filtri dei climatizzatori split. Rivestire materassi e cuscini con fodere anti-acari. Limitare al minimo la presenza di tappeti, piumini, poltrone imbottite, peluche. Arieggiare i locali anche se fuori fa freddo. Utilizzare aspirapolvere fornito di filtri brevettati. Eliminare la polvere regolarmente con prodotti e strumenti idonei. Curare l’igiene delle mani, del corpo, degli indumenti che si indossano. Prestare attenzione alle pulizie, utilizzando un panno umido che non disperda la polvere nell’ambiente. Lavare ad alte temperature la biancheria dei letti. Esporre all’aria e alla luce del Sole cuscini e coperte.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute