Semaforo verde a nuove terapie contro tumori dell’ovaio e della prostata. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di olaparib, molecola capostipite della classe dei parp inibitori, nei casi di tumore della prostata con metastasi, con mutazione dei geni BRCA1 BRCA2 in progressione dopo una precedente terapia con un nuovo agente ormonale. Lo stesso parp inibitore, in combinazione con il bevacizumab, sarà rimborsato nel trattamento di mantenimento di prima linea del carcinoma ovarico avanzato che presenti un difetto nel meccanismo del riparazione della doppia elica del Dna, presente in circa il 50% dei casi. La notizia è venuta dalla conferenza stampa su terapie mirate e pratica clinica organizzata da MSD e Astrazeneca.

Testimonianze

«Ancora oggi troppe donne, circa l’80% di quante arrivano alla nostra osservazione, scoprono la malattia in fase avanzata – afferma Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma – fortunatamente oggi abbiamo a disposizione terapie efficaci che permettono di tenere sotto controllo la malattia metastatica». Sul versante prostata Giuseppe Procopio, responsabile dell’Oncologia medica genitourinaria della Fondazione Istituto dei Tumori di Milano, commenta dicendo che «olaparib ha più che triplicato la sopravvivenza libera da progressione radiologica». «Sappiamo che il 70% delle donne con malattia avanzata va incontro a recidiva entro due anni – ha aggiunto Nicoletta Colombo, responsabile del programma di ginecologia oncologica dell’ Istituto Europeo di Oncologia IEO di Milano – per questo motivo è importante utilizzare terapie di mantenimento in grado di ottenere una remissione a lungo termine».

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